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La mia odissea col telemarketing: il problema è lo spionaggio. Oltre che l’impunità dei truffatori

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Qualche lettore ha frainteso la mia odissea telefonica, seguita al cambiamento di fornitore dell’energia a uso domestico. Sono contrario al telemarketing aggressivo, ma ho raccontato un caso diverso. Una vera e propria irruzione nella privacy, per di più fraudolenta.

Come potevano sapere, tutti questi invasori, del cambio di fornitore stipulato via web? Chi li ha informati? Dovrebbe esistere un vincolo di privacy da parte del vecchio come del nuovo fornitore. Allora, chi è stato?

Il problema non è il telemarketing, ma lo spionaggio. E, subito dopo, l’impunità dei truffatori. La maggior parte degli interlocutori si qualifica come il mio nuovo fornitore, più raramente il vecchio. Insomma, dopo verifica, sono tutti truffatori. Ma mi hanno suggerito di non pubblicare la lista dei loro numeri — che ho bloccato — per non violare la privacy! Amara conclusione: in Italia le istituzioni difendono le spie, gli aggressori e i truffatori, anziché le vittime.

Nel frattempo, ho ricevuto un messaggio consolatorio, che riproduco in toto. Leggo spesso il tuo blog anche se non c’incontriamo dagli anni del liceo. Leggendo l’ultimo post, ho sorriso alle tue peripezie telefoniche. Pessimismo e fastidio, così le avrebbe battezzate un grande comico genovese, purtroppo scomparso da anni. Ci sono disgrazie ben peggiori, amico caro. E, per consolarti, riassumo qui la spassosa vicenda di qualche giorno fa.

Avevo deciso di cambiare il contratto di fornitura della luce e del gas. Mi ero accorto che, per mia noncuranza, pagavo un prezzo esagerato. Trovo anch’io odioso il commercio via smartphone ma sono pigro. E mi sono perciò rivolto alle offerte online che sul web non mancano.

Dopo accurata disamina delle varie proposte, scelgo quella di una ditta leader, una tra le più note. Con l’aiuto della chat, compilo con religiosa attenzione tutte le caselle della proposta, dove le più ostiche sono scrupolosamente etichettate con sigle e acronimi misteriosi: POD, PDR, IBAN, CIE eccetera. Al fin della tenzone, la gentilissima chattista (chissà se in carne e ossa o un’avatar, ma tassativamente femminile) mi comunica che avrei ricevuto a breve un messaggio di posta elettronica, rispondendo al quale avrei potuto chiudere il nuovo contratto.

Ero felice. Nessuna telefonata da riconoscere tra le miriadi di chiamate fastidiose o fraudolente! Aperta la missiva, mi si chiede di “clikkare” su un collegamento web. Si apre così un altro sito aziendale, dove devo nuovamente “clikkare” per attivare l’invio di un sms al mio recapito telefonico. Un po’ complicato, ma ragionevole. Con quel sms avrei trovato modo di attivare il contratto. Clikko e resto in surplace all’ultimo metro dall’agognata conclusione.

Incredibilmente, il messaggio sms non è mai arrivato. Non mi dilungo sui molti tentativi e gli scambi e-epistolari, giorno dopo giorno. Alla fine abbiamo capito: il numero dal quale viene inviato il messaggio sms risulta compreso tra quelli che ho progressivamente bloccato e segnalato come spam.

Che soddisfazione veder funzionare un blocco che tutti dicono affatto inutile! Bloccare non è stato tempo perso, anche se tedioso. Il telemarketing è stato così punito con il giusto contrappasso. Ed è consolante che tutto ciò avvenga in questo mondo — e non nell’aldilà. Nel XXII canto dell’Inferno, i barattieri sono immersi nella pece bollente, tormentati dagli uncini dei diavoli. Per i telemarkettari aggressivi e fraudolenti andrebbero concepite pene altrettanto severe.

Com’è finita? Mi sono rivolto a un altro operatore web che proponeva una offerta quasi equivalente senza proporre, al fin della tenzone, interazioni né intrusioni telefoniche. Un abbraccio.

Grazie amico, ancorché di fede calcistica opposta alla mia. Grazie per aver condiviso la piccola vittoria di Davide contro i Golia che impunemente c’importunano ogni giorno. E grazie anche per il tuo aplomb britannico. Non hai messo il dito sulla piaga del nostro contrappasso, la prima retrocessione in LegaPro. Te ne sarò sempre grato.

Per ultimo, negli ultimi giorni ho notato una riduzione delle telefonate aggressive, anche perché parecchi di questi numeri sono già stati bloccati.

L'articolo La mia odissea col telemarketing: il problema è lo spionaggio. Oltre che l’impunità dei truffatori proviene da Il Fatto Quotidiano.