Inflazione in lieve aumento a febbraio (1,6%). Pesano tariffe energetiche e prodotti alimentari
Lo scorso febbraio l’inflazione italiana si è attestata all’1,6%, in aumento rispetto all’1,5% di gennaio. Il dato definitivo dell’Istat è lievemente inferiore alla prima lettura che aveva indicato un carovita all’1,7%. La lieve accelerazione dell’incremento dei prezzi al consumo è dovuta principalmente della dinamica dei prezzi energetici, tornata positiva (+0,6% da -0,7% di gennaio) e, in particolare, di quella della componente regolamentata (+31,4% da +27,5%). Riprendono a correre però pure i prodotti alimentari non lavorati (da +2,2% a +2,9%) e lavorati (da +1,7% a +1,9%).
Di contro, si assiste a una decelerazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,5% a +1,9%), dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +1,1% a +0,5%) e di quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3%). Il cosiddetto “carrello della spesa”, sottoindice che raggruppa alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona, passa dall’1,7% al 2%.
“Sul fronte degli alimentari si registrano nuove tensioni, con i prezzi al dettaglio che registrano un andamento al rialzo che appare inarrestabile”, afferma il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso. L’attuale incremento dei listini alimentari porta la spesa annua degli italiani per cibi e bevande a salire complessivamente, a parità di consumi, di oltre 3,9 miliardi di euro rispetto allo scorso anno, considerando la totalità delle famiglie e la loro spesa per l’alimentazione”.
“Mentre il governo continua a dipingere un quadro idilliaco, la cruda realtà è che l’inflazione sta divorando le tasche dei consumatori”, osserva la presidente dell’Adoc, Anna Rea. “Dati allarmati! Un’impennata che, su base tendenziale, prosegue ininterrottamente da settembre 2024, passando da 0,7% a 1,6%, più del doppio in appena 5 mesi”, commenta il presidente dell’Unione nazionale consumatori Massimiliano Dona .
Sempre in tema di prezzi, l’ufficio studi di Idealista segnala che gli inquilini che hanno la revisione annuale del loro contratto di locazione (in base all’inflazione) a febbraio vedranno il loro canone mensile aumentare di circa 12 euro al mese e di 144 euro annui. L’impatto maggiore è a Milano, dove la media degli affitti è la più cara d’Italia, con 30 euro in più al mese e 360 euro in più all’anno. Segue Firenze con un aumento di 24 euro al mese, mentre a Roma saliranno di 18 euro.
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