E i politici si aumentano lo stipendio: è tutto legale (ma per nulla morale)
Prendete l’avvocato Carlo Chiurazzi, regolarmente iscritto nell’albo di Matera: esercita la professione da quasi trent’anni, ma ha anche una grande passione per la politica, tanto che di recente è stato nominato nello staff del presidente della Provincia. In passato è stato senatore per una legislatura (dal 2008 al 2013) e pertanto percepisce un vitalizio come parlamentare. Ein più è stato per diverse legislature consigliere nonché assessore in Basilicata, per cui prende un secondo vitalizio dalla Regione. A67 anni, dunque, cioè all’età in cui i normali cittadini possono finalmente sperare di prendere una normale pensione, lui ne prende almeno due già da un pezzo, solo per il fatto di essere transitato per le aule della politica. A queste aggiungerà (se non ha già aggiunto) la pensione per la sua regolare attività professionale.
E se ciò vi sembra già un privilegio non da poco, non avete ancora sentito niente. Il vero scandalo, infatti, è il vitalizio da consigliere regionale dell’avvocato Chiurazzi: fino al 2022 ammontava a 6.139 euro al mese. E lo so che a voi sembrano troppi. Ma in realtà,al nostro sistema malato, sono sembrati pochi. Infatti il vitalizio è stato adeguato all’inflazione ed è stato aumentato 6.855 euro.
Dunque 716 euro in più al mese. Oltre a tutto il resto.
Che ci volete fare? Quando i prezzi aumentano gli italiani si preoccupano. Invece gli ex consiglieri regionali gongolano. Perché l’inflazione costringe a tirar la cinghia solo chi nongode del privilegio del vitalizio. Come ha rivelato un’inchiesta pubblicata sul Fatto quotidiano da Lorenzo Giarelli e Ilaria Proietti, infatti,l’adeguamento dei vitalizi corre veloce in tutte le regioni.
In Abruzzo il consigliere Giuseppe Tagliente è passato da cinquemila a 5.800 euro al mese (800 euro in più). In Umbria il consigliere regionale Maurizio Rosi è passato da 7.352 a 7.749 euro al mese (397 euro in più) e il consigliere Massimo Mantovani da 6.790 euro a 7.346 euro al mese (556 euro in più). In Emilia-Romagna il consigliere Enrico Aimi (oggi al Csm) è passato da 4.203 euro a 4.789 euro al mese (586 euro in più). In Molise i consiglieri regionali Rosario de Matteis e Antonio Di Rocco sono passati da 5.389 a 6.380 euro al mese (991 euro in più).
E in Basilicata, per non lasciare solo l’avvocato Chiurazzi, l’ex presidente Filippo Bubbico è passato da 5.238 a 5.850 euro al mese (612 euro in più).
Si potrebbe andare avanti: quelli che abbiamo elencato sono solo alcuni casi, dei tanti, sparsi per la Penisola. E so che qualcuno adesso ci accuserà: ecco i soliti populisti. Ma meglio essere populisti che vampiri. E se ci siamo permessi di disturbare ancora una volta la danarosa quiete di lorsignori è perché non ci capacitiamo del fatto che, dopo tanti anni di battaglie, di lotte, e di vergogne smascherate, ancora non capiscono che la difesa dei vitalizi è una specie di veleno per la nostra democrazia, già di per sé piuttosto malata. Sentiamo spesso lamentare la disaffezione nei confronti delle istituzioni, la poca fiducia degli elettori versi gli eletti, l’allontanamento dal voto. Ma come si può pretendere che i cittadini abbiano fiducia in una classe politica che pervicacemente difende i suoi privilegi?Come si può pretendere che i cittadini credano a chi ha votato i più feroci tagli delle pensioni salvo mettere al riparo il vitalizio per sé? Come si può pretendere che i cittadini rispettino chi continua a credersi il marchese del Grillo «e voi non siete un cazzo»?
Sia chiaro tutto quello che avviene è sempre perfettamente legale. È legale negare la pensione a chi lavora in fabbrica da trent’anni e dare invece il vitalizio a chi è stato in Parlamento una settimana. È legale massacrare chi cumula la propria pensioncina e la reversibilità del marito e permettere invece di cumulare tre vitalizi senza problemi. È legale erogare pensioni da fame a chi ha lavorato una vita ed elargire invece fino a diecimila euro al mese a chi ha «lavorato» in Regione o in Parlamento solo per pochi anni. È tutto perfettamente a norma di legge. Con un unico appunto: la legge la fanno loro. E se chi la fa mantiene per sé il massimo del vantaggio e scarica sui cittadini il massimo dello svantaggio, evidentemente poi non può stupirsi se i cittadini s’incazzano.
Però, ecco, amaramente constatiamo che la lezione non è servita a nulla. Solo negli ultimi mesi alla Regione Puglia hanno cercato di reinserire (oltre al vitalizio) l’assegno di fine mandato che era stato abolito, in Regione Toscana hanno sfacciatamente chiesto gli arretrati perché il doppio vitalizio era stato sospeso per qualche tempo e in Lombardia hanno chiesto di eliminare quei piccoli tagli al sistema dei vitalizi che erano stati faticosamente approvati nel recente passato. In fondo che ci volete fare? Le leggi le fanno loro. E così anche lo scandalo diventa perfettamente legale. C’erano una volta le sanguisughe. Purtroppo sono ancora lì.n
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