Meloni e il messaggio del 2021 sulla “palata di letame contro Saviano”. Lo scrittore: “Cosa emerge? Violenza verbale e sete di vendetta”
“Io domani esco con una palata di letame contro Saviano” scrive Giorgia Meloni. “Saviano va punito”. “Saviano fa schifo”, aveva messo a verbale poco prima, in due diversi messaggi, Guido Crosetto. E’ il 5 giugno 2021 e Meloni e Crosetto non sono ancora, rispettivamente, presidente del Consiglio e ministro della Difesa. Più modestamente la prima è leader di Fratelli d’Italia e deputata alla Camera, il secondo non è in Parlamento perché ha dato le dimissioni per fare a tempo pieno il presidente dell’Aiad, la Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza che fa capo a Confindustria. Quei messaggi sono contenuti in Fratelli di chat, il libro firmato dal cronista politico del Fatto Quotidiano Giacomo Salvini e edito da Paperfirst. Roberto Saviano ha ricostruito graficamente sui social quello che gli esponenti di Fdi si dicono nelle loro chat quando parlano di lui. “Cosa emerge dalle chat di Meloni&co (i testi sono esattamente come loro li hanno scritti)? Violenza verbale, sete di vendetta e soprattutto paura. Paura di chi smaschera la loro incapacità di governare” scrive lo scrittore anticamorra in un post su Instagram. Continua Saviano: “‘Sciacallo, diffamatore, smettila di fare la vittima’ sono le accuse che rivolgono a me, mentre il governo implode, divorato dall’incompetenza e dal sospetto reciproco. Si spiano tra loro (caso Caputi), negano l’uso di spyware israeliani contro giornalisti e attivisti, non sanno nemmeno perché hanno rimpatriato Almasri (Nordio e Piantedosi non si sono accordati sul dare versioni coerenti) e i centri in Albania sono di fatto definitivamente naufragati”.
Le chat pubblicate da Saviano nei suoi social vanno dal 2020 all’ottobre 2023 quando però il livello istituzionale dei politici che intervengono si fa via via meno alto. “L’esordio” è di Ciro Maschio, deputato di Negrar, diventato famoso per la foto che pubblicò su Instagram in cui si vedeva lui, semi-nudo, sulla neve, accompagnata dalla didascalia “Non fa freddo, non fa freddo!”. “Carissimi – scrive Maschio il 23 dicembre 2020 – come regalo di Natale vi comunico che il consiglio comunale di Verona da me presieduto ha appena revocato la cittadinanza a Saviano”. “Grande Ciro!” risponde Paola Frassinetti, attuale sottosegretaria all’Istruzione.
Sono del 2021 invece i commenti di Meloni e Crosetto. Il motivo è probabilmente la polemica di quei giorni nata dopo il suicidio di un 20enne nato in Etiopia e adottato in Italia da piccolo: da una parte le accuse di Saviano a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni per la loro strategia comunicativa che a suo dire prendeva di mira in particolare persone straniere, dall’altra le risposte di Lega e Fdi, come si vede dal tweet di risposta di Crosetto a quello dello stesso autore di Gomorra.
#Seid si è suicidato perché vittima di razzismo. #salvini e #meloni un giorno farete i conti con la vostra coscienza, perché la sadica esaltazione del dolore inflitto ai più fragili prima o poi si paga. ????https://t.co/uDieKQGsMc pic.twitter.com/39iyVgsJYH
— Roberto Saviano (@robertosaviano) June 5, 2021
E la “palata di letame” annunciata di Meloni fu un post sui social con cui puntò il dito contro “i soliti ridicoli esponenti della presunta intellighenzia di certa sinistra, che succhiano visibilità mistificando da sempre la realtà, però non interessa”. E ancora: “Per loro tutto è funzionale per vendere un altro articolo, un altro libro, o di ottenere un’altra presenza in tv. Sciacalli che volteggiano sulla sofferenza delle persone, in attesa di un altro dramma del quale cibarsi. Squallidi, cinici, cattivi: persone che questa Nazione non merita. Solidarietà alla famiglia di Seid che, mentre piange il proprio ragazzo, è costretta a subire questa schifosa strumentalizzazione”. Non fu mai fatto il nome di Saviano ma i riferimenti apparvero subito chiari.
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