Bau, bau: un tempo c’erano i filosofi cani poi l’evoluzione ci ha portato il politico cane da riumanizzare
Nella Grecia antica intorno al IV secolo si registrava la diffusione della corrente filosofica dei cinici, che prendono il nome dal cane, come esempio di vita esemplare, condotta in opposizione ai valori tradizionali della polis, e con un forte richiamo alla natura, in opposizione alla civiltà. Secondo Diogene, uno dei maggiori rappresentanti della scuola, il filosofo doveva ridurre i bisogni, condurre un regime austero e privarsi di tutto ciò che non era essenziale. I cinici rifiutavano le teorie astratte e avevano scelto di non avere un luogo fisso dove risiedere, percorrevano le contrade della Grecia come dei mendicanti e predicavano la povertà. Si narra che persino di fronte al potente Alessandro, Diogene non avesse rinunciato a perseguire i propri valori, e quando il re macedone gli chiese che cosa desiderasse, il filosofo rispose che si spostasse dal suo sole. Plutarco commenta che Alessandro venne così colpito dalla risposta di Diogene, che disse che se non fosse stato Alessandro, avrebbe voluto essere Diogene.
Dei filosofi-cani si è detto. Disprezzavano gli onori, le ricchezze, la gloria e praticavano la semplicità, al punto che si racconta che Diogene, sempre lui, avesse deciso di abitare in una botte e di nutrirsi con le mani, rinunciando persino alla ciotola, mangiando alla maniera dei cani.
Con la fine dell’età classica i filosofi-cani sono spariti. Nessuno ne ha incontrati per le vie delle città e neppure sulle strade di grande comunicazione.
Da qualche giorno, invece, si è scoperta l’esistenza di una nuova specie di esseri umani che vorrebbero imitare i cani, e che esercitano la professione più alta, la politica. Questa nuova specie di politici-cani, sconosciuta ai più, è comparsa per la prima volta nel corso di un talk show televisivo del primo pomeriggio ed ha creato parecchio imbarazzo.
Al momento si hanno notizie di un solo esemplare, ma si teme che il fenomeno possa essere molto più diffuso e qualcuno comincia a preoccuparsi, perché potrebbe trattarsi di una nuova forma virale, che però al momento sembrerebbe colpire soltanto il ceto politico, per ragioni che sfuggono. Gli etologi più esperti hanno iniziato a studiare la nuova specie, per individuare le principali caratteristiche, con il fine di isolare gli individui colpiti, dal momento che non è dato sapere se il virus, se di questo si tratta, possa essere potenzialmente contagioso e trasformare l’epidemia in una nuova pandemia. Dalle poche notizie e frammentarie informazioni che si sono avute, risulterebbe che l’unico esemplare di politico-cane sia di sesso femminile, di bella presenza, che veste con raffinatezza studiata ed eleganza, che svolgeva, prima della trasformazione, la professione di avvocato e che ha avuto qualche problema con la giustizia ordinaria, avendo subito una condanna di un anno e sei mesi per peculato, emessa dalla Suprema Corte di Cassazione.
Altra qualità riscontrata, ma non si sa quanto determinante, l’esemplare è politicamente schierato a destra-destra. Per riuscire a ricostruire l’eziologia della trasformazione, gli scienziati che stanno studiando il caso, hanno sentito le persone che conoscevano il soggetto, le quali hanno confermato che la metamorfosi è avvenuta all’improvviso, e dovendo indicare il momento in cui si sono verificati i primi sintomi è stato proprio durante la messa in onda del talk, alla quale il parlamentare era stata invitata per sostenere le ragioni del governo in merito a una delicatissima questione di rilevanza internazionale. Messo alle strette, provocato forse dal suo interlocutore della fazione opposta, il soggetto ha cominciato ad abbaiare, accompagnando il verso con gesti delle mani, indirizzati in maniera minacciosa verso il suo avversario politico. I tentativi di riumanizzare la parlamentare e di ricondurla al linguaggio convenzionale della comunicazione verbale non hanno registrato successi particolarmente significativi.
È superfluo aggiungere che l’evento, la trasformazione, che è avvenuta in diretta televisiva, ha suscitato non poco scalpore e un discreto panico tra i presenti nello studio televisivo, ma anche tra gli spettatori che da casa hanno assistito a un momento di televisione verità, dai toni decisamente hard.
A questo punto sorge spontanea una domanda: come finirà questa triste storia, e, soprattutto, c’è speranza che la parlamentare possa ritrovare la sua normale condizione umana? I colleghi di partito sono convinti che, lontano dalle provocazioni dell’opposizioni e dalle critiche feroci di una sinistra forcaiola, dopo un periodo di riposo, i sintomi spariranno e la sfortunata protagonista di questa storia ritroverà la parola e smetterà di abbaiare, anche se in tutti noi, la paura che nel bel mezzo di un dibattito particolarmente virulento, un politico, magari in una situazione di grave stress, cominci ad abbaiare rabbiosamente all’indirizzo del mondo, rimane.
L'articolo Bau, bau: un tempo c’erano i filosofi cani poi l’evoluzione ci ha portato il politico cane da riumanizzare proviene da Globalist.it.