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Trump vieta alle donne trans di competere negli sport femminili: “Difenderemo le atlete”. E cita il caso Khelif, che però non c’entra nulla

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Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo contro le ragazze e le donne transgender nello sport. Il provvedimento, intitolato “Tenere gli uomini fuori dagli sport femminili“, impone che il Titolo IX, la legge federale che vieta la discriminazione sessuale nelle scuole, venga interpretato come un divieto di partecipazione delle ragazze e delle donne transgender agli sport femminili. In altre parole, non potranno competere in squadre sportive che corrispondono alla loro identità di genere.

È l’ultima mossa del presidente Usa contro i diritti delle persone transgender. Trump ha citato alcuni casi, come quella della pugile algerina Imane Khelif, che ha vinto l’oro femminile alle Olimpiadi 2024 – dopo aver sconfitto anche l’italiana Angela Carini – e che Trump, come molti altri, identificano erroneamente come transgender. “Chi può dimenticare le Olimpiadi dello scorso anno, dove un pugile uomo ha rubato la medaglia d’oro dopo aver brutalizzato le sue avversarie al punto che una campionessa“, appunto l’azzurra Carini, “si è dovuta ritirare dopo soli 46 secondi“. “Due donne che hanno completato la transizione hanno finito per vincere due medaglie d’oro”, ha aggiunto Trump, allargando il discorso anche alla pugile taiwanese Lin Yu Ting.

Le affermazioni di Trump sono false. Sebbene la presenza di atlete transgender negli sport femminili sia un tema delicato, che andrebbe effettivamente affrontato da un punto di vista scientifico, in realtà non è una questione che oggi riguarda lo sport di alto livello, dove non ci sono casi di questo tipo. Ad esempio, alla nuotatrice transgender Lia Thomas è stato vietato di partecipare alle ultime Olimpiadi di Parigi. Trump cita i casi di Khelif e Yu Ting, che però non sono atlete transgender. Si tratta infatti di atlete intersex e iperandrogine. Ovvero, donne con una eccessiva produzione di ormoni maschili (androgeni), in particolare di testosterone.

Dietro il caso Khelif, poi montato dalla destra italiana e americana, c’è invece lo scontro tra l’Iba e il Cio. Tutto infatti parte dall’Iba, ovvero l’Associazione internazionale di boxe, che nel 2023 escluse dai Mondiali la pugile Khelif e anche la sua collega di Taiwan Lin Yu Ting, accusandole di avere “cromosomi maschili XY” in base a un test di verifica del sesso. Test che è stato duramente contestato dal Cio, che invece ha ammesso le due pugili spiegando di utilizzare gli stessi parametri di verifica già in vigore dalle Olimpiadi di Rio 2016. Secondo il Cio, l’algerina Khelif “fu squalificata dai Mondiali senza un giusto processo e fu vittima di una decisione arbitraria”. Quei test effettuati dall’Iba sono stati fortemente contestati, perché basati su parametri che sono cambiati in corsa. Insomma, non c’è nessuna prova che Khelif abbia i cromosomi XY propri degli uomini. Secondo le regole del Cio, invece, i valori dell’atleta rispettano le soglie stabilite per competere in campo femminile.

Trump però ha usato questa vicenda, che ha avuto eco mondiale durante i Giochi di Parigi, per giustificare il suo ordine esecutivo: “Difenderemo le atlete e non permetteremo agli uomini di colpire, far male e imbrogliare donne e ragazze. Da oggi, gli sport femminili saranno solo per donne”, ha detto il presidente degli Stati Uniti. Coloro che non rispetteranno il divieto metteranno a repentaglio qualsiasi finanziamento federale che ricevono e potrebbero affrontare azioni legali. Le atlete transgender potranno competere in squadre miste o maschili. Il provvedimento, come logica conseguenze, vieterà anche ad atlete transgender di entrare negli Stati Uniti per competere con le donne alle Olimpiadi del 2028 a Los Angeles. Gli Stati Uniti intendono usare la loro autorità con il Comitato Olimpico Internazionale per “tutelare la sicurezza delle donne nello sport quando avviene sul suolo americano”. Ma, come detto, si tratta di mera propaganda. Ad oggi, anche queste regole, Khelif potrebbe partecipare ai Giochi in terra americana, perché non è un’atleta transgender.

L'articolo Trump vieta alle donne trans di competere negli sport femminili: “Difenderemo le atlete”. E cita il caso Khelif, che però non c’entra nulla proviene da Il Fatto Quotidiano.