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Visto da Bruxelles. L’Ue cambia rotta: difesa, economia e sovranità al centro della nuova legislatura

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Con l’insediamento della nuova Commissione europea, la legislatura 2024-2029 entra nel vivo. Nelle prossime settimane arriveranno le prime proposte legislative che definiranno il futuro dell’Unione. Per comprendere in quale direzione si muoveranno le istituzioni di Bruxelles, è fondamentale conoscere i principali documenti strategici.

La Dichiarazione di Versailles e la Bussola strategica

Con la Dichiarazione di Versailles del marzo 2022, i leader europei hanno delineato il percorso per rafforzare le capacità di difesa, ridurre le dipendenze energetiche e consolidare una base economica più solida. L’aggressione russa contro l’Ucraina ha accelerato la consapevolezza che la sicurezza europea passa attraverso una maggiore autonomia, specialmente nei settori strategici come quello militare, energetico e tecnologico.

A seguito di questa presa di coscienza, il Consiglio ha approvato la Bussola strategica, un piano d’azione volto a rafforzare la politica di sicurezza e difesa del continente entro il 2030. Da allora, sono stati compiuti progressi significativi, tra cui due iniziative di particolare rilievo. Per la prima volta, l’Ue ha finanziato direttamente l’acquisto di armi per un Paese terzo, destinando fondi all’Ucraina attraverso lo Strumento europeo per la pace. Nel febbraio 2024, invece, è stata lanciata l’operazione marittima Eunavfor Adspides, con l’obiettivo di garantire la sicurezza nel Mar Rosso e nella regione del Golfo, proteggendo le rotte commerciali. Un’operazione di primaria importanza anche per l’Italia, che ne ha assunto la guida.

Pur essendo stati approvati prima dell’inizio della nuova legislatura, questi documenti segnano una svolta per Bruxelles, che inizia a concepirsi come un attore politico in grado di affrontare le grandi questioni globali, come da tempo auspicato dalla Destra italiana.

I rapporti Letta e Niinistö

Le prospettive per il futuro dell’Unione trovano solide basi nei rapporti predisposti da Enrico Letta, Mario Draghi e dall’ex presidente finlandese Sauli Niinistö.

Il 17 aprile scorso, Letta ha presentato al Consiglio europeo un documento incentrato sul mercato unico, sottolineando l’urgenza di un sistema finanziario più integrato per rafforzare i settori dell’energia e delle telecomunicazioni.

Parallelamente, Niinistö ha illustrato una relazione intitolata Rafforzare la preparazione e la prontezza civile e militare dell’Europa, mettendo in guardia sulla crescente instabilità globale. Secondo l’ex presidente finlandese, l’Unione non può più limitarsi a reagire agli eventi, ma deve adottare un approccio proattivo. Per farlo, è indispensabile aumentare gli investimenti comuni e rafforzare il coordinamento civile-militare, oltre a potenziare la cooperazione in materia di intelligence.

La relazione Draghi

Tra i documenti chiave che orienteranno il prossimo quinquennio, spicca il rapporto di Mario Draghi su Il futuro della competitività europea, che parte da una constatazione ormai evidente: l’Unione ha fissato obiettivi ambiziosi in materia di inclusione sociale, neutralità climatica e rilevanza geopolitica, ma la loro realizzazione dipende da una crescita economica solida. E questa, secondo l’ex presidente della Bce, può avvenire solo attraverso un cambiamento radicale.

Draghi evidenzia come l’Ue, negli ultimi vent’anni, abbia registrato una crescita più lenta rispetto agli Stati Uniti, mentre la Cina ha rapidamente colmato il divario. Pur dichiarando di voler favorire l’innovazione, Bruxelles continua ad appesantire le imprese con eccessivi vincoli normativi, aggravati da un costo dell’energia fino a cinque volte superiore rispetto a quello americano. Inoltre, tra la metà del 2022 e la metà del 2023, la maggior parte delle spese per gli appalti nel settore della difesa è stata destinata a fornitori extraeuropei, con oltre il 60% dei fondi diretti agli Stati Uniti.

Il rapporto sottolinea inoltre le enormi disparità negli impegni per la transizione ecologica. Mentre l’Unione ha imposto una riduzione vincolante delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, gli Stati Uniti hanno fissato un obiettivo non obbligatorio compreso tra il 50 e il 52%, mentre la Cina punta semplicemente a raggiungere il picco delle emissioni entro la fine del decennio. Questo approccio crea un evidente squilibrio competitivo a sfavore delle imprese europee.

L’ex governatore della Bce conclude con una stima concreta: per colmare il divario servirebbero investimenti annuali supplementari tra i 750 e gli 800 miliardi di euro, pari a circa il 4,5% del Pil dell’Ue. Per fare un confronto, il Piano Marshall, tra il 1948 e il 1951, rappresentò il 12% del Pil dell’Europa dell’epoca.

L’analisi di Draghi si sovrappone così, sorprendentemente, alle proposte avanzate dai Conservatori e riformisti europei e da Fratelli d’Italia, a conferma di una visione che si sta affermando sempre più chiaramente nel dibattito politico continentale.

L’Agenda Strategica 2024-2029

Il 27 giugno 2024, i capi di Stato e di governo hanno concordato un’Agenda Strategica che stabilisce le priorità dell’Ue per i prossimi cinque anni. Il documento definisce le linee guida per il lavoro delle istituzioni comunitarie e dei governi nazionali, integrandole nel quadro finanziario pluriennale, il bilancio a lungo termine dell’Europa.

Di fronte alle nuove sfide globali, i leader europei hanno deciso di rafforzare la sovranità economica e strategica dell’Unione, rendendola più resiliente e competitiva.

Il programma di lavoro della nuova Commissione europea

Con l’insediamento del nuovo Collegio dei commissari, la presidente Ursula von der Leyen ha delineato le priorità del suo mandato. Uno dei pilastri sarà la Bussola per la competitività, costruita sugli stessi principi individuati da Draghi: ridurre il divario tecnologico con Stati Uniti e Cina, garantire una transizione energetica sostenibile senza compromettere la competitività e rafforzare la sicurezza economica dell’Unione.

Nei primi cento giorni di attività, la Commissione proporrà un nuovo Patto per l’industria pulita e convocherà un vertice sul futuro dell’industria automobilistica. È prevista inoltre la presentazione di un Libro bianco sulla difesa europea, volto a rafforzare la capacità militare dell’UE.

Un’altra misura centrale, fortemente sostenuta dal centrodestra e dal governo italiano, sarà l’approvazione di una legislazione omnibus, con l’obiettivo di semplificare il quadro normativo per le imprese e ridurre gli oneri burocratici. Sul fronte economico, verrà definita una nuova politica commerciale estera, con particolare attenzione alla sicurezza economica e ai rapporti con i partner strategici.

Von der Leyen ha infine promesso di tutelare agricoltori e pescatori, garantendo un reddito equo, e di adottare un approccio più severo alla gestione dei flussi migratori. Un’attenzione particolare sarà dedicata alla crisi abitativa, tema sempre più centrale nel dibattito europeo.

Mentre si attende l’esito delle elezioni in Germania, l’asse politico dell’Ue si è già spostato verso destra. Il ruolo crescente di Roma sulla scena internazionale e le sfide esistenziali che attraversano il continente impongono una maggiore attenzione agli sviluppi comunitari. Solo con una preparazione adeguata sarà possibile difendere l’interesse nazionale e realizzare quella “Rivoluzione Conservatrice di cui l’Europa ha urgente bisogno.

L'articolo Visto da Bruxelles. L’Ue cambia rotta: difesa, economia e sovranità al centro della nuova legislatura sembra essere il primo su Secolo d'Italia.