Jovanotti: “Ho perso 4 litri di sangue nella seconda operazione, ho rischiato di morire. Un batterio che ha complicato tutto, si stava rosicchiando l’osso”
“Quel giorno in ambulanza ho capito che si muore”, è una delle frasi di “Fuorionda”, uno dei brani inediti contenuti nel nuovo album di Jovanotti dal titolo “Il corpo umano Vol.1”, in uscita venerdì. Lo stesso artista a Il Corriere della Sera ha raccontato del terribile incidente in bici, a Santo Domingo nel 2023, che l’ha bloccato letteralmente.
“Ero sull’ambulanza con la gamba storta, i medici pronti per la rianimazione… – ha affermato – Più avanti ho capito che ho rischiato di morire veramente. Di setticemia. In sala operatoria ho preso un batterio che ha complicato tutto, si stava rosicchiando l’osso e per questo avevo la gamba più corta. Lo hanno scoperto a Milano i medici dell’Humanitas: nella seconda operazione ho perso 4 litri di sangue, è stato un Vietnam“.
E ancora: “Uno pensa che la morte accada solo agli altri… Non ci pensi a quella cosa, è un dispositivo evolutivo. Quando si è aperto quel varco verso l’aldilà non dico che ho visto la luce, ma l’ho intravista. Pensavo fosse un testo troppo forte ma Gabriele Muccino mi ha detto ‘è la commedia all’italiana’, un modo di reagire con sarcasmo alle cose tragiche che succedono nel mondo”.
Poi la rinascita: “Ho investito tutto nella mia vitalità, anche un po’ ostentata: il linguaggio del corpo era la mia lingua. Ho dovuto letteralmente reimparare a camminare. Si comincia gattonando: devi reimpostare il sistema neurale. Poi passi ai movimenti nell’acqua alta, poi dove tocchi, poi torni ad appoggiare il piede”.
Intanto Jovanotti ha presentato il suo disco: “Il mio album si chiama ‘Il Corpo Umano’ non solo perché è stato il mio personale campo di indagine e di battaglia dell’ultimo anno e mezzo, ma soprattutto perché il mio viaggio mi ha aperto panorami nuovi rispetto a questo argomento inesauribile. Detto in poche parole è con il corpo che attraversiamo il passaggio terreno, prima e dopo èun grande mistero, durante possiamo essere e osservare, vivendo”.
Poi durante l’incontro con la stampa ha detto: “Normalmente sentiamo di avere un corpo quando il corpo si rompe o si ammala, così come ci accorgiamo dell’aria quando ci viene a mancare, così come scopriamo che esiste il tempo quando alle cose che iniziano si affiancano quelle che finiscono e noi ci stiamo in mezzo. Si tratta quindi, per me, di iniziare o proseguire con nuova consapevolezza un lavoro sul ‘sentire’ il corpo, l’aria, la luce, le cose che iniziano, quelle che finiscono, il respiro, i cambiamenti in atto, il dolore, il piacere, la guarigione, l’amore, gli altri, la natura, l’epoca, la cura, le emozioni, le idee, il flusso dei pensieri”
E infine: “Quella verità estatica che la vita a volte ci offre e che per tutta la prima parte della vita non cogliamo perché siamo immersi in un tipo di vitalità che poi ci accorgiamo essere stata una preparazione a quello che siamo oggi. Diventare, continuare a diventare è impegno e sfida, fino all’ultimo attimo, a bordo di un corpo fragile e infinito, mutevole e unico, come la vita stessa“.
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