ru24.pro
World News
Январь
2025
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22
23
24
25
26
27
28
29
30
31

Anche Canfora bacchetta la sinistra: “Giusto studiare il latino, considerarlo di destra è patetico”

0

Il latino già dalle medie, come si sa, è una delle proposte contenute nella “rivoluzione dolce” del ministro Giuseppe Valditara contenuta nelle linee guida sui programmi scolastici anticipate nei giorni scorsi. Il latino? La storia separata dalla geografia? Uno scandalo per i soloni progressisti. Bersaglio privilegiato delle opposizioni, Valditara è stato attaccato dalle sinistre, Elly Schlein in testa, che per l’occasione hanno rispolverato tutto lo stupidario sulla destra passatista e reazionaria che, udite udite, vorrebbe preparare gli studenti alla svolta sovranista. O, peggio, vorrebbe tornare alla bacchettate sulle dita. A bacchettare il coro di luoghi comuni, abbagli, e giudizi ideologici della sinistra, invece, ci pensa uno storico, filologo, grecista, non certo di provata fede meloniana, come Luciano Canfora.  Già in un’intervista alla Stampa, qualche giorno fa, aveva ricordato che, come scriveva Antonio Gramsci nei Quaderni del carcere, “il latino serve per imparare a studiare” . E aveva bollato come una sonora stupidaggine sostenere che il latino sarebbe di destra.

Canfora: definire il latino di destra è una stupidaggine

In un colloquio a tutta pagina con La Verità Canfora torna sul tema con un premessa di metodo. “La memoria è lo strumento che ci dà tutto quel che sappiamo, mentre ciò che abbiamo dimenticato non è più nella nostra mente. Quindi la memoria va valorizzata al massimo, esercitata. Davvero mi pare un po’ fuori da ogni logica questa insurrezione contro l’esercizio della memoria, fa ridere”. Un’insurrezione che Galli della Loggia ha definito “furore partigiano”. Quando al latino, punge Canfora, “non si è mai capito perché debba essere considerato di destra: è patetico come modo di ragionare”. Il classicista, che non ha certo simpatie per la premier dalla quale è stato anche querelato, smonta pezzo dopo pezzo le esilaranti equiparazioni tra latino e passatismo reazionario.

Il latino serve per imparare a studiare

“Non voglio citare Concetto Marchesi, grande latinista, esponente di primo piano del comunismo italiano… Credo che sia molto più serio ricordare che lo studio della lingua italiana o della lingua spagnola o del francese presuppongono una vicinanza molto stretta con la conoscenza del latino”.  Anche sulla proposta della Bibbia in classe, ostracizzata e ridicolizzata dai soloni del verbo progressista, Canfora esce dal coro mainstream difendendo l’orientamento del ministro Valditara. “Mi pare un po’ approssimativo parlare di Bibbia, perché si tratta di testi di enorme rilievo storico che sono stati accorpati nel corso del tempo, mettendo insieme, con qualche fatica, una tradizione ebraica e quella cristiana. Ricordo a questo proposito – dice Canfora dialogando con Borgonovo – quel che diceva una persona molto intelligente e spregiudicata come Beniamino Placido, che scriveva spesso sul quotidiano La Repubblica. Era un ottimo conoscitore della cultura inglese, ed era molto curioso dello studio storico delle lingue, era un gran difensore di entrambe le lingue antiche, greco e latino. Si chiedeva perché per studiare il greco non si cominciasse dal Vangelo di Marco, che è un testo breve, relativamente semplice, con un lessico non troppo vasto, diciamo pure abbastanza limitato”. E ancora: “La conoscenza delle lingue greca e latina, partendo da un testo semplice e molto (si spera) conosciuto come il Vangelo di Marco è un’idea tutt’altro che da buttare via, non è né retriva né sovversiva”.

Conoscere le lingue parlate e quelle antiche non è contraddittorio

Ancora più inaccettabile la tesi che contrappone lo studio dell’inglese a quello delle lingue antiche. “Conoscere le lingue parlate e viventi e conoscere la storia pregressa dei vari idiomi non sono in contraddizione tra loro; quindi, è una pseudo obiezione che non ha nessun valore da un punto di vista concettuale”. Un’altra dotta lezione arriva a chi obietta il carattere reazionario delle lingue antiche. “In latino il manifesto del materialismo più radicale è proprio Lucrezio. Per quel che riguarda il greco, potremmo dire che testi come La verità di Antifonte o quelli di Diogene di Enoanda sono i più radicali a proposito di cosmopolitismo, eliminazione del concetto di patria… Allora si vadano a informare prima, e poi ci diranno chi è reazionario e chi è conservatore, chi è progressista”.

L'articolo Anche Canfora bacchetta la sinistra: “Giusto studiare il latino, considerarlo di destra è patetico” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.