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L’America di Trump genera livelli osceni di disuguaglianza. Altro che ‘età dell’oro’

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di Enza Plotino

Ascoltare le parole del nuovo presidente degli Stati Uniti è come fare un bagno nel ghiaccio del Groenlandia, per l’appunto! Un brivido mi ha attraversato la schiena alle parole, anzi di più, ai compiti che Trump si è dato per far ritornare l’America “all’età dell’oro”. Un inno alla potenza, alla ricchezza, alle immense possibilità di un uomo, di un sistema autoritario, di un impero immorale, disuguale, in cui “la povertà è ingiusta e la ricchezza immeritata” come dice il rapporto Oxfam del 2024. In realtà il rapporto indaga le situazioni di vulnerabilità e le cause strutturali della povertà e dell’ingiustizia del nostro Paese, ma mai come oggi esiste un modo globale in cui la ricchezza ha le stesse, identiche caratteristiche: genera un livello “osceno” di disuguaglianze.

E’ ormai lontano il tempo in cui la ricchezza produceva benessere. Oggi moltiplica solo le disparità. Come? Attraverso pochi elementi incrociati tra loro a fornire una miscela esplosiva: “ricompensando la ricchezza e non il lavoro; eludendo gli obblighi fiscali; beneficiando della privatizzazione dei servizi pubblici; alimentando la crisi climatica. E’ un sistema completamente ribaltato dove la politica equa e inclusiva del passato ha lasciato il passo a giri di affari di migliaia di miliardi di dollari e alla mercificazione di ogni aspetto della vita umana. Servizi essenziali come l’accesso all’acqua, la sanità, l’istruzione che permettono alle comunità di sopravvivere non vengono più garantiti a chi non è in grado di pagare il privato per ottenerli.

D’altronde uno scarso e inadeguato finanziamento dei servizi pubblici è una privatizzazione di fatto, poiché i cittadini devono rivolgersi al privato per soddisfare i propri bisogni di base. Quando le persone si renderanno conto di questa modificazione strutturale delle democrazie mondiali? Pochi semplici concetti hanno accompagnato le rivendicazioni politiche del passato: ricostruzione del welfare puntando a una copertura sanitaria universale e gratuita, investimento nell’istruzione e altri servizi pubblici che riducono le disuguaglianze, promozione del lavoro dignitoso e libero dallo sfruttamento. Equità, giustizia sociale e fiscale, lotta alla crisi climatica con ogni sistema di intervento.

Ma oggi cosa è rimasto di questo bagaglio di ricchezza politica e culturale, questa sì equa e solidale? Svegliamoci prima che sia troppo tardi per noi, ma soprattutto per i nostri figli trasformati in automi su Marte!

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