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“Arcuri evasivo sui 203 milioni spesi per le mascherine farlocche”: l’accusa di FdI in Commissione Covid

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Doveva fare chiarezza sulla gestione della pandemia e le commesse di mascherine, ma Domenico Arcuri in Commissione Covid ha giocato di rimessa, trincerandosi dietro una difesa a oltranza che ha, per certi versi, indispettito. Usano parole durissime i parlamentari di Fratelli d’Italia della commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid, all’indomani dell’audizione di Arcuri.

«Lo Stato italiano, in ragione di una sentenza del Tribunale di Roma, deve risarcire con oltre 203 milioni di euro un’azienda, la Jc Electronics, per l’annullamento ritenuto illegittimo di una consistente commessa di mascherine».

Il commissario Arcuri: quali addebiti sulle mascherine

Un intervento che arriva dopo quello in Commissione dell’allora commissario della struttura emergenziale Covid, Domenico Arcuri. «È stato convocato in commissione parlamentare per chiarire la sua posizione, eppure non ha fatto altro che minimizzare, denigrare altri auditi, sindacare sull’operato di società private anziché, come doveva, rendere conto di ciò che ha fatto o omesso di fare la struttura commissariale da lui gestita. Non ha sciolto alcuno dei nodi relativi alla maxicommessa per 1,2 miliardi di euro di mascherine, glissando gli elementi centrali della vicenda. Nella prossima seduta dovrà rispondere alle nostre domande, perché per Fratelli d’Italia è doveroso verso i cittadini italiani ricercare la verità su quella stagione costellata di troppe ombre».

«Omissioni, mancati controlli, falsità sulla gestione dell’emergenza:

«Omissioni, mancati controlli, falsità sulla gestione dell’emergenza: quanto sta, al momento, emergendo dalla Commissione d’inchiesta Covid è davvero preoccupante, uno scandalo», commenta il senatore di FdI, Guido Liris. «Per questo, nonostante i tentativi ostruzionistici delle opposizioni, la commissione parlamentare proseguirà speditamente il proprio lavoro – prosegue Liris – menzionando prima l’audizione del rappresentante della Jc Electronics, azienda che ha vinto una causa contro lo Stato italiano per l’annullamento ritenuto illegittimo dell’acquisto di una consistente commessa di mascherine», spiega Liris, epidemiologo e dirigente medico in aspettativa della Asl aquilana.

Aspetti sinistri della gestione Covid

«Dalle sue parole- aggiunge – emergerebbero aspetti sinistri della gestione dell’allora commissario Domenico Arcuri, come il cambio di nome delle ditte fornitrici di mascherine in corso d’opera, nonché la differenza tra i quantitativi dei dispositivi forniti e le cifre pubbliche elargite». «

Gli italiani- sottolinea il senatore- hanno il diritto di sapere se Arcuri fosse a conoscenza che le mascherine da lui acquistate, con i soldi di tutti noi, non fossero adeguate. Grazie ad Arcuri e compagni, potrebbero essere state distribuite milioni di mascherine che potrebbero aver esposto gli italiani a contagi e malattia».

Lisei: indaghiamo dove non è intervenuta la Corte dei Conti

«Sta emergendo che, rispetto agli acquisti delle mascherine, nella struttura commissariale ci sono stati, diciamo, non pochi problemi», incalza Marco Lisei, presidente della Commissione di inchiesta sul Covid ai microfoni di Radio Cusano Campus. «È chiaro – spiega – che saremmo stati più felici se fosse stato gestito tutto con la massima trasparenza. Tra l’altro la Procura della Corte dei Conti ha risposto a una mia richiesta, dopo che mi sono mosso per cercare di capire anche il tema degli sperperi, dicendomi che tanti fascicoli aperti dovranno essere chiusi perché Giuseppe Conte aveva fatto uno scudo erariale per gli amministratori e, quindi, non si può indagare. Conte non vuole lo scudo per le forze dell’ordine, però allora lo scudo lo fece durante il Covid», sottolinea il senatore di FdI.

Acquisto delle mascherine: l’accusa ad Arcuri

«La Procura della Corte dei Conti – continua Lisei – ha spiegato che ci sono tanti fascicoli pendenti che purtroppo, però, non hanno potuto processare e indagare perché c’è lo scudo erariale nei confronti degli amministratori che hanno agito in quel periodo. Parliamo di acquisto di mascherine farlocche, di dpi, di vaccini che sono stati buttati, della gestione dei centri Primula, parliamo di tantissime materie. Io sto chiedendo di acquisirli tutti perché il dettaglio non mi è stato fornito, ma mi è stata rappresentata appunto una moltitudine di procedimenti. Quindi indagheremo noi, nonostante la Procura della Corte dei Conti non l’abbia potuto fare».

 

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