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Январь
2025

In Italia l'inflazione non c'è più: +1% nel 2024

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L'inflazione in Italia è in calo deciso , portando una boccata d'aria fresca per le famiglie e le imprese che avevano dovuto fare i conti con un aumento dei prezzi senza precedenti dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Secondo i dati Istat l’aumento dei prezzi è stato inferiore scesa alle aspettative, segnando un'inversione di tendenza rispetto ai periodi di picco registrati nel 2022 e nel 2023.

Nel mese di dicembre 2024, l'indice dei prezzi al consumo ha mostrato un incremento annuale contenuto, con una flessione rispetto ai tassi elevati che avevano caratterizzato il biennio precedente. Questo calo è principalmente attribuibile alla diminuzione dei costi dell'energia, che hanno alleggerito la pressione sulle bollette domestiche e industriali, e alla stabilizzazione dei prezzi dei beni alimentari, che avevano visto aumenti vertiginosi a causa della crisi globale.

L’inflazione in Italia, che aveva raggiunto il picco del 12,8% nel 2022, ha iniziato a rallentare portandosi a dicembre all’1,3%, con un aumento di appena lo 0,1% rispetto a novembre. Nel 2024, spiega l’Istat, i prezzi mediamente in Italia sono saliti dell’1%. Si tratta di una delle variazioni più contenute in ambito Ue, dove la media è del 2,4%. Il progressivo raffreddamento dei prezzi renderà più agevole il percorso della Bce in direzione dei tagli del costo del denaro. La Banca centrale vuole continuare a tagliare ''moderatamente'' i tassi di interesse. È quanto emerge dai verbali dell'ultima riunione relativa al monitoraggio dei tassi. "Alla luce delle incertezze esistenti, un approccio cauto è ancora giustificato. Tuttavia, se le previsioni di base per l'inflazione dovessero essere confermate nei prossimi mesi e trimestri, si ritiene opportuno un graduale ridimensionamento della politica monetaria restrittiva'", si legge nei verbali.

I settori che maggiormente hanno beneficiato di questa diminuzione sono quelli dei trasporti e dell'energia, dove i costi delle materie prime si sono stabilizzati. Tuttavia, restano ancora sotto osservazione i settori che riguardano il comparto alimentare e dei servizi, che continuano a registrare tassi di inflazione superiori alla media.

I consumatori, che nel corso degli ultimi anni avevano dovuto fare i conti con il caro-vita, stanno vedendo un graduale miglioramento del potere d'acquisto. Seppur con cautela, si inizia a intravedere una lieve ripresa dei consumi interni, con una maggiore fiducia da parte delle famiglie italiane.

Le previsioni per il 2025, sebbene ancora incerte, indicano una possibile ulteriore discesa dell'inflazione, grazie anche alle politiche monetarie della BCE, che hanno cercato di arginare l'inflazione attraverso aumenti dei tassi di interesse. Tuttavia, alcuni esperti avvertono che potrebbero essere necessari ulteriori sforzi per riportare l'inflazione ai livelli ottimali per l'economia europea.

In sintesi, mentre l'inflazione in Italia è ancora lontana dai livelli pre-pandemici, il trend di discesa che si sta osservando offre segnali positivi per il futuro. Le famiglie italiane, pur continuando a dover affrontare sfide economiche, possono guardare con maggiore speranza al 2025, nella consapevolezza che il miglioramento dei dati macroeconomici potrebbe tradursi in una maggiore stabilità per l'economia del Paese.

La città più cara, secondo l’Unione nazionale consumatori, è stata Bolzano (la più cara d’Europa) con un aumento dell’1,8% che equivale ad una maggiore spesa di 492 euro.