E la Cina supera l’Europa nella produzione farmaceutica
Non solo auto elettriche, tecnologia e manifattura. Il «colonialismo» cinese si allarga anche in un settore dove fino ad ora l’Europa aveva un primato di eccellenza nella ricerca. Si tratta della farmaceutica. Per la prima volta, nel 2023, la Cina ha superato l’Europa nello sviluppo di nuovi farmaci. Dal rapporto annuale dell’Efpia, l’associazione europea delle imprese di settore, emerge che delle 90 nuove molecole arrivate sul mercato nell’anno del sorpasso cinese, 28 sono «made in Usa», 25 arrivano dalla Cina e solo 17 dall’Europa. Questo balzo in avanti è stato accompagnato da un aumento impressionante degli investimenti in ricerca e sviluppo che sono cresciuti del 650 per cento nell’ultimo decennio, passando da due a a 15 miliardi di euro. Nel periodo post-Covid, tra 2020 e 2022, Pechino ha incrementato la spesa in ricerca del 33 per cento, rispetto al 19 per cento dell’Europa e al 4 per cento degli Stati Uniti. Questo dinamismo ha attirato aziende farmaceutiche occidentali come Roche che ha investito 110 milioni di euro per potenziare il suo centro di ricerca e sviluppo a Shanghai, mentre AstraZeneca ha acquisito una società della Repubblica popolare specializzata in terapie cellulari per 1,2 miliardi di dollari.
Delle 15 compagnie farmaceutiche più grandi al mondo, 11 hanno un importante polo di ricerca in Cina e molte aziende del Dragone hanno aperto delle filiali nei centri farmaceutici stranieri. Le industrie del settore inoltre hanno fatto sempre più affidamento sulle aziende di Pechino per la fornitura di attrezzatura medica, così come per l a ricerca e la produzione di medicine. Oggi tra l’80 e il 90 per cento dei principi attivi degli antibiotici utilizzati in Europa viene dalla Cina. Mentre fino a 25 anni fa la metà dei nuovi trattamenti era «made in Ue» oggi solo un farmaco su cinque. Secondo Farmindustria «è un segnale davvero preoccupante: significa che l’Europa non riesce più a essere attrattiva e a difendere le proprie competenze e la capacità di fare ricerca e sviluppo». Sul sorpasso ha inciso un mix di cause che ritroviamo in altri settori: gli aiuti del governo di Pechino alle proprie imprese, la velocità nella produzione e la di penetrazione sui mercati. L’Europa ma soprattutto l’Italia che nella ha sempre avuto una leadership nella farmaceutica, scontano la carenza degli investimenti, la frammentazione del mercato interno e la burocrazia che rallenta i tempi delle autorizzazioni