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Separazione carriere, primo ok dalla Camera alla riforma: 174 sì e 92 no. Azione e +Europa votano con la maggioranza, astenuti i renziani

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Primo via libera dell’Aula della Camera al ddl sulla separazione delle carriere, il progetto di riforma costituzionale firmato dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. L’Aula di Montecitorio ha approvato il provvedimento con 174 voti favorevoli, quelli della maggioranza più Azione e di +Europa, e 92 contrari, provenienti da Pd, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi e Sinistra: si sono astenuti i cinque deputati di Italia viva. Il testo, varato lo scorso maggio dal Consiglio dei ministri, introduce nella Carta il principio delle “distinte carriere” di giudici e pubblici ministeri, sdoppia il Consiglio superiore della magistratura e dispone la selezione dei suoi membri tramite sorteggio: inoltre toglie al Csm la funzione disciplinare nei confronti dei magistrati, affidandola a un nuovo organismo apposito, l’”Alta corte disciplinare“, composta da nove membri magistrati e sei “laici”, anche loro scelti in parte tramite estrazione a sorte.

Trattandosi di una riforma costituzionale, il testo dovrà ricevere l’ok del Senato e poi di nuovo quello di entrambi i rami del Parlamento, a distanza di almeno tre mesi dalla prima approvazione. Se nella seconda votazione i voti favorevoli saranno meno dei due terzi dei componenti in almeno una Camera, per entrare in vigore la legge dovrà passare per un referendum confermativo, eventualità che il governo dà già per certa: l’obiettivo della maggioranza è arrivare al doppio via libera parlamentare entro fine 2025, per poi tenere la consultazione nel 2026.

Nelle dichiarazioni di voto in Aula, a usare i toni più entusiasti è stato Tommaso Calderone di Forza Italia, il partito che della separazione delle carriere ha sempre fatto un totem: “Oggi noi andiamo a scrivere la storia, a realizzare il giusto processo, realizziamo il sogno, a tutela dei cittadini, di Forza Italia e di Silvio Berlusconi. Dopo 35 anni ce l’abbiamo fatta!”, esulta. A chiamare in causa il defunto ex premier anche un altro azzurro, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto: “L’approvazione in prima lettura della separazione delle carriere è una grande vittoria di Silvio Berlusconi, di Forza Italia, del centrodestra, del Parlamento e di tutti gli italiani liberi. Prosegue il nostro impegno per una giustizia calibrata sui principi costituzionali e sulle garanzie del cittadino”.

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