Enoteca La Torre – Roma
Enoteca La Torre
Lungotevere delle Armi, 22/23 – 00195 Roma
Telefono: 06/45668304
Sito Internet: www.enotecalatorreroma.com
Tipologia: ricercata
Prezzi: menu degustazione 180/220€
Chiusura: Lunedì e Martedì
OFFERTA
Questo affascinante locale si conferma come uno dei migliori ristoranti della regione, la cui cifra stilistica è riconoscibile in una grande solidità classica di fondo, con la creatività che è funzionale unicamente al piacere del palato, rifuggendo pertanto da effetti speciali che nel fine dining non di rado sono fini a sé stessi. Nella proposta è ben riconoscibile l’impronta campana del giovane e bravissimo chef, con una cucina dalle inflessioni mediterranee, solare e leggiadra, in cui padronanza tecnica e materie prime di eccellenza non vengono platealmente esibite, ma rimangono al servizio della squisitezza dei piatti, peraltro anche molto curati da un punto di vista estetico. Dopo una serie di ottimi appetizer, abbiamo iniziato con un leggerissimo antipasto a base di gamberi, con ciliegia alla brace e yogurt di bufala al salep (una sorta di farina ricavata dalle orchidee), un piatto elegante e di eccellente equilibrio tra sapori e consistenze diverse. A seguire, triglia di scoglio alla livornese con whisky blue label e ananas, anche questo buonissimo ma più intenso e giocato soprattutto sui toni sapidi. Passando ai primi, straordinario il risotto ai limoni con cannolicchi, vongole veraci, asparagi e yogurt, ormai un piatto iconico dello chef, dalla cottura perfetta, cremoso e saporito, ma anche armonico grazie all’acidità e alla freschezza dell’agrume. A seguire, degli spaghettini allo zafferano con finocchio alla brace, aringa affumicata e sesamo nero, un piatto molto incisivo nella sua piacevole sapidità. Tra i secondi, notevole il dentice imperiale con radici varie, alloro e salsa alla cacciatora, dalle carni corpose e saporite. Molto buono ma anche più scontato l’uovo di quaglia con Taleggio di bufala e tartufo nero ai sentori di sottobosco, dalla piacevole nota terrosa. Ed infine la faraona in crepinette, vermouth rosso, prugne e cacao, in cui il volatile viene presentato anche come polpetta di interiora e tartelletta con stracotto di coscia, un piatto di suggestione antica e in equilibrio tra note sapide e agrodolci. Chiusura in bellezza con i dolci, iniziando dal pre dessert composto da un ottimo mini maritozzo al sorbetto di gelsi, a cui hanno fatto seguito tre dolci uno più buono dall’altro: “Theobroma Cacao” a base di 10 tipologie di cioccolato, di grande intensità, impreziosito esteticamente da una bella incisione di suggestione azteca nella parte superiore del dolce e accompagnato da un sorprendente sorbetto a base di mucillagine del cacao, dalla spiccata e piacevolissima nota acida; più innovativo e cerebrale il parfait al ginepro con fragole, sorbetto al rabarbaro e basilico thai; infine il babà al rum con crema alla vaniglia, sorbetto di visciole e menta, preparato direttamente davanti al cliente, un dessert classico che omaggia le origini dello chef, ma rivisitato in modo magistrale, dal gusto eccezionale per freschezza e leggiadria. In chiusura, valida piccola pasticceria presentata in modo divertente in un carrellino delle meraviglie con contenitori e giochi colorati del tempo che fu. Peccato per il caffè finale, caratterizzato da un retrogusto amaro di eccessiva tostatura e dall’aroma poco complesso.
AMBIENTE
Ospitato in una villa del Novecento, il ristorante è uno dei più belli di Roma. Una raffinata eleganza contrassegnata da suggestivi elementi rinascimentali e barocchi, tra cui risalta la monumentale grande vetrata posta nella sala principale che affaccia sul giardino.
SERVIZIO
Di grande professionalità ma anche molto cordiale e alla mano.
Recensione tratta da Roma de La Pecora Nera – ed. 2025 – www.lapecoranera.net
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