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Uno squalo strappa il braccio a una madre mentre gioca con i figli: l’assicurazione non copre le spese per la protesi. La reazione della vittima: “Sono delusa”

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Era al mare con i suoi figli. Una giornata estiva qualunque, ma ad un certo punto, in lontananza, vede avvicinarsi uno squalo. È in quel momento che agisce impulsivamente: pensa ai suoi bambini e per metterli in salvo si lancia contro il temibile predatore marino. E lo manda via. Ma quando quando guarda in basso, non può credere ai suoi occhi: parte del suo braccio non c’è più. È questa la storia di Elizabeth Foley, 51 anni, madre di tre bimbi, che nel giugno 2024 si è salvata nonostante l’incontro con un famelico squalo a largo delle coste della Florida. E dopo mesi di cure, la donna, ora, si è scagliata contro la sua compagnia assicurativa, la Cigna Healthcare, che si sarebbe rifiutata di pagare la protesi mioelettrica da 73 mila dollari che le sarebbe stata promessa per Natale.

“Mi sento così demoralizzata, non riesco neanche a descrivere quello che provo”, commenta Foley al Post, durante un’intervista in cui racconta la sua storia. “Questo era sicuramente uno dei punti più bassi che ho vissuto in questa esperienza. È insensato e così frustante, perché ho pagato la mia assicurazione sanitaria per tutta la vita e sono sempre stata in salute, quindi l’ho usata raramente. Ma ora che ho bisogno del loro aiuto, loro non mi aiuteranno”.

Il suo calvario inizia lo scorso giugno. Elizabeth e i suoi figli sono in vacanza a Watersound, in Florida, si divertono e giocano insieme. Ma, ad un certo punto, Foley vede uno squalo avvicinarsi rapidamente al punto in cui si trovano lei e i suoi bambini: “Sembrava un missile nell’acqua. Era gigantesco“. A quel punto, la 51enne si gira e inizia a nuotare velocemente verso la riva, ma si sente mordere “tra le gambe”. Quindi, spaventata dall’ipotesi che il prossimo bersaglio dello squalo potessero essere i suoi figli, Foley dice di “avergli dato un pugno con la mano sinistra, perché ho letto che se ne vanno se li colpisci sul naso. Mi ha presa e trascinata sott’acqua. Ho pensato che sarei morta, ho chiamato Dio, ‘Ti prego, lasciami vivere'”. Poi, è riemersa. Ma quando ha guardato il suo braccio: “Non c’era più. Vedevo solo circa 10 cm di osso bianco”. È stato il marito a recuperarla e riportarla a riva. Lì dove, per fortuna, erano presenti numerosi medici in ferie che si sono precipitati ad aiutarla. “Se non fossero stati lì, mi sarei sicuramente dissanguata. I paramedici hanno impiegato 20 minuti per arrivare”.

Sono seguiti mesi di interventi, ricoveri e, infine, la riabilitazione con una protesi. Ma Foley sogna una mano protesica mioelettrica, uno strumento in grado di essere controllato tramite i segnali elettrici generati dai muscoli. Una protesi che le avrebbe permesso di raggiungere la piena indipendenza. “Non pensiamo mai a quanto spesso usiamo le mani finché non ne perdiamo una”, confessa Elizabeth, che adesso spera di ricevere quella protesi tanto desiderata. Al punto da lanciare una raccolta fondi su GoFundMe per autofinanziarla senza l’aiuto della compagnia assicurativa: “Il mio cuore è pieno di gioia. Non riesco neanche ad esprimere a parole l’immensa gratitudine per tutta l’assistenza finanziaria che ho ricevuto nelle ultime 48 ore. La maggior parte dei donatori non mi conosce personalmente, ma desidera comunque aiutarmi a vivere una vita più completa e autonoma. Sono profondamente commossa”, ha scritto Elizabeth sul suo profilo Facebook.

Intanto, un portavoce del Cigna Healthcare, sentito dal New York Post, ha scritto in una nota: “Mentre molti dei nostri piani di cura copre un numero di opzioni sulle protesi, stiamo valutado di aggiornare i benefit per estendere la copertura delle protesi avanzate a più persone“.

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