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Renzi, 50 anni e un nuovo progetto politico. Ah, se si potesse tornare indietro e cambiare le cose

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Con il nuovo anno è sempre tempo di bilanci in generale. Il 2025, già scriverlo è tanta roba, sarà sicuramente un anno pieno di novità politiche tutte da scoprire, si spera per il meglio. L’11 gennaio è già una data da evidenziare. A Firenze, Matteo Renzi in occasione dei suoi primi 50 anni, oltre a festeggiare l’importante traguardo di vita raggiunto, probabilmente annuncerà il percorso di nascita di un nuovo o rinnovato progetto politico.
E su questo avvenimento credo giusto fare alcune considerazioni.

Matteo Renzi, a prescindere dai pregiudizi, ha segnato la vita politica italiana di questi ultimi 10 anni. Può sembrare passata una eternità dal governo Renzi ma sono passati solamente 10 anni. E in dieci anni è cambiato completamente tutto lo scenario politico non solo Italiano. Per giocare un po’ con l’oroscopo, Renzi è un Capricorno e per definizione sono considerati decisi, stabili, responsabili e grandi lavoratori. E non si può dire di certo che in questo mezzo secolo Matteo Renzi non abbia fatto notare la sua tempra e la sua voglia di fare.

La storia politica di Renzi è abbastanza conosciuta ma oggi, dopo il recente proscioglimento totale dalle accuse mosse dai Pm Fiorentini circa la Fondazione “Open”, la narrazione può essere fatta diversamente. Renzi da sindaco di Firenze era uno dei politici più amati di Italia. Aveva il favore dell’opinione pubblica, ancora non c’era l’uso spregiudicato dei social media, ed era una risorsa del centro sinistra.

Erano gli anni in cui il berlusconismo ancora era dominante e il centro sinistra era sempre fermo alle proprie logiche vecchie e stantie. In questo quadro desolante Renzi partecipò alle elezioni primarie di “Italia Bene Comune” del 2012. Furono elezioni primarie avvenute in Italia per individuare il leader della coalizione di centro-sinistra “Italia Bene Comune”, raggruppante ufficialmente il Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e il Partito Socialista Italiano, in vista delle successive elezioni politiche del 2013.

Vinse Bersani ma Renzi con il suo secondo posto venne subito considerato il Rottamatore del vecchio sistema e il vero vincitore. Infatti, un anno dopo lo stesso Renzi venne eletto a stragrande maggioranza Segretario del Pd. Passarono pochi mesi e ricevette l’incarico di formare un nuovo governo in sostituzione di Enrico Letta. Storia arcinota. Il tutto, è bene ricordarlo, con un voto favorevole a stragrande maggioranza, quasi unanimità, della direzione nazionale del Pd.

Ma da qui, da questo momento di massima forza politica di Renzi che iniziò il declino.
Autori di questo? La Ditta sconfitta, ossia Bersani e D’Alema – i rancorosi che si vedevano sottratto il “potere” – e non è un mistero quando D’Alema proprio nel 2015 disse: “Matteo cadrà per mano giudiziaria”. Ecco spingendo l’acceleratore del tempo sino ad oggi e riavvolgendo il passato è tutto abbastanza inquietante.

Il centro-sinistra aveva un giovane politico che aveva dato nuova luce e speranza a un’area riformista e progressista senza però i vecchiumi di un tempo. Insomma, Renzi aveva rotto non solo gli schemi ma aveva rotto un sistema forse troppo legato al potere fine a se stesso e non utile realmente al Paese. E qui sta la realtà. Da quel momento non solo Matteo ma tutta la sua famiglia ha subito un accanimento giudiziario mai visto. E su questo una certa “informazione” e ovviamente i partiti politici non solo di opposizione hanno cavalcato come sciacalli le questione giudiziarie.

E come se non bastasse la Ditta iniziò una vera e propria guerra anche contro le politiche decise dalla maggioranza del Pd. E così che si arrivò addirittura a fare comitati per il no al Referendum costituzionale. Insomma, una vera lotta fine solo ad abbattere Renzi. Tutto ben risaputo. I danni però sono ancora evidenti.

La Ditta è rimasta solo nei salotti, nei soliti programmi televisivi e in qualche Procura. Il centro-sinistra non esiste più a causa dell’odio generato contro Renzi e per le assurde aperture di credito ai grillini e al suo ultimo Conte. Ecco oggi abbiamo la Meloni che grazie alla Ditta governa senza una vera alternativa di governo.

La storia è questa ma immaginatevi come in un film di poter tornare indietro, arrivare a quel momento e cambiare le cose. L’Italia e soprattutto il centro sinistra non avrebbe perso quel grande patrimonio politico che era all’inizio Matteo Renzi. E oggi, nonostante Renzi dica di voler contribuire a ricostruire un centro sinistra i rottami della Ditta continuano ad opporsi. Dovrebbero solo vergognarsi e chiedere scusa loro.

Per questo i 50 anni di Matteo Renzi sono da festeggiare. Per la sua tenacia, la sua resilienza, la sua forza e la sua pazienza. Un altro uomo, un altro politico avrebbe mollato e avrebbe magari scelto altre vie più facili e semplici. Una vita che gli si dice che non è di sinistra. Una vita che gli si dice che è di destra.

La realtà è che Matteo Renzi è un vero progressista. Uno che non sta mai fermo e che cerca di evolversi con il tempo e non a favore del sistema. L’augurio non solo per Matteo ma per tutta la politica italiana è che da domani ci sia anche un brindisi ad un nuovo progetto che faccia nascere una vera alternativa di governo.

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