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Corruzione a Vigevano, il sindaco Ceffa resta ai domiciliari: anche il Gip ha respinto la sua richiesta

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VIGEVANO. Dopo il Riesame è arrivato un altro “no”, stavolta dallo stesso giudice che aveva firmato gli arresti. Il sindaco (sospeso) di Vigevano, Andrea Ceffa, resta ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta per corruzione che aveva portato, il 28 novembre, in tutto a cinque provvedimenti restrittivi. Insieme a Ceffa resta ai domiciliari per la stessa indagine, che ruota attorno a una consulenza da 6mila euro l’anno, Matteo Ciceri, amministratore unico di Vigevano distribuzione gas. Il gip Luigi Riganti, che ha respinto le richieste per Ceffa e Ciceri, ha invece accolto l’istanza per l’ex consigliera comunale Roberta Giacometti: l’indagata (difesa dagli avvocati Alberto Assanelli e Federica Casari) torna libera ma il giudice ha comunque disposto l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 12 mesi.

Le motivazioni del gip non sono note, ma per quanto riguarda Giacometti hanno inciso di certo le sue dimissioni dall’incarico di consigliera, presentate poco prima di Natale. L’avvocato di Ceffa e Ciceri, Luca Angeleri, è pronto a presentare una nuova istanza: la difesa è infatti convinta di poter dimostrare non solo l’estraneità dei due indagati ai fatti contestati ma anche la non sussistenza delle esigenze cautelari. Prima di Natale anche il Riesame aveva respinto la richiesta di revoca dei domiciliari.

La consulenza

L’inchiesta della procura di Pavia ruota attorno a una consulenza da 6mila euro l’anno in Asm Vigevano e Lomellina che sarebbe stata assegnata a Giacometti, di professione avvocata, tramite una prestanome, una collega del suo studio.

Che ruolo avrebbe avuto Ceffa in questa vicenda? Per la procura il sindaco avrebbe sollecitato tre manager di Asm a procurare quell’incarico a Giacometti, all’epoca consigliera comunale, per “comprarsi” l’appoggio politico in un momento in cui si era ritrovato più debole, nella primavera 2023, dopo che era fallita la “congiura di Sant’Andrea”, cioè il piano di far cadere la giunta con dimissioni di massa dei consiglieri nel novembre 2022.

Nell’inchiesta sono rimasti coinvolti anche Veronica Passarella, ex amministratrice unica di Asm Vigevano e Lomellina Spa (si era dimessa dopo gli arresti domiciliari) e il direttore amministrativo della municipalizzata, Alessandro Gabbi (in aspettativa non retribuita per tre mesi). Sia Passarella che Gabbi hanno ottenuto, dallo stesso giudice Riganti, la sostituzione degli arresti domiciliari con l’interdizione dai pubblici uffici.

Gli altri indagati

Nella stessa inchiesta, ma per un altro episodio, sono indagate altre tre persone per istigazione alla corruzione: l’ex europarlamentare della Lega Angelo Ciocca, l’imprenditore edile Alberto Righini e la compagna Alice Andrighetti.

Per Righini, che si era dimesso dall’incarico di vice presidente regionale di Ance, l’associazione nazionale costruttori, e dagli incarichi nelle sue imprese edili, il giudice Riganti aveva accolto la richiesta di interdittiva avanzata dalla procura. Le indagini su questo filone e sul troncone relativo a Ceffa e agli ex manager Asm sono ancora in corso.