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Ferrara: “Non c’è mercato senza Berardi. Questione Chiesa divertente”

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Voci e mercato, ma oggi la sfida è a Conte. Il commento di Benedetto Ferrara a La Nazione: "Dopo le feste è subito mercato. Quello vero, quello immaginario, quello fatto di sogni, di tormentoni, di fantasmi del passato. Il primo è quello che vive sulla terra e i nomi già circolano da giorni. Gli affari fatti: Folorunsho, quelli fattibili (Pablo Mari) o intriganti (Luiz Enrique) ma non semplici da chiudere. Vedremo. Poi c'è sempre lui, l'ex obiettivo più longevo di sempre, il biondo del Sassuolo che deve sempre lasciare il Sassuolo, come quello che al bar dice che va a vivere a Rio dove aprirà un chioschino sulla spiaggia di Ipanema e poi è sempre lì, al bar, pronto a ordinare una sambuca mentre racconta del suo improbabile altrove. Non c'è mercato senza Berardi. E non importa se la Fiorentina non lo vuole, non chiama, non si informa. L'importante è fare il suo nome perché non si sa mai. Ma questa volta spuntano nuovi fantasmi. Federico Chiesa sognava la Juventus, poi da lì è volato in Premier. Ora si parla di un ritorno alla Fiorentina. Forse perché il suo procuratore lo ha offerto a Pradè. Al di là della fattibilità di una operazione che per questione di ingaggio e di coerenza morale sembra impraticabile, è davvero divertente assistere a queste inversioni per convenienza. Se i grandi amori fanno giri immensi e poi ritornano si potrebbe anche dire che se gli amori finiscono un motivo c'è. E' un po' il destino di chi sceglie una vita lussuosa in bianco e nero. E pensare che tempo fa era tornato fuori anche il nome di Bernardeschi. Ci mancano solo Felipe Melo e uno scambio Vlahovic-Kean. Qui siamo nel puro fantasy, chiaro, ma che qualcuno (non a Firenze) ci abbia pensato non è da escludere a priori. Questa Fiorentina appare molto più pragmatica del recente passato, e comunque l'opinione degli allenatori pesa sempre di più. Anche quella di Italiano, che ha chiesto Biraghi ai suoi dirigenti. Forse è un modo per farsi perdonare gli eccessi a fine partita di qualche settimana fa. Grazie mister, anche solo per averci pensato. Intanto ecco Antonio Conte, quello di un 4-2 che fece esplodere il Franchi nel nome di Pepito e cambiare rotta all'ex tecnico bianconero, che da lì in poi non ne sbaglio più una. Ogni tifoseria ha le sue antipatie, fatte di colori, di giocatori o di uomini panchina. Conte e Gasperini non sono tra i più amati dal parterre di tribuna, quello che alita sul collo dei tecnici avversari dal primo all'ultimo minuto. Però va detto: parliamo di allenatori a cui va riconosciuta una grande stima professionale. L'importante è non esagerare mai. Le trentamila parrucche viola resteranno nella storia del folklore sportivo di questa città. Sorridere o ridere è sempre la medicina migliore. Forza ragazzi, il Napoli è squadra tosta per davvero. Anche loro un tempo hanno pensato a Berardi. Come tanti, forse tutti".