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Conti pubblici e reddito delle famiglie: i primi dati Istat del 2025 sono una mazzata per i gufi

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Migliorano i conti pubblici, con un sensibile calo del rapporto deficit-Pil, e migliorano reddito e potere d’acquisto delle famiglie: a certificarlo sono i dati Istat inerenti il terzo trimestre del 2024 e rilasciati oggi dall’Istituto. «L’anno è appena iniziato e già arrivano dati incoraggianti sullo stato della nostra economia: forse questi numeri manderanno di traverso alle opposizioni le ultime fette di panettone, ma raccontano di una Nazione che è entrata nel 2025 in buona forma», ha commentato il presidente della Commissione finanze della Camera e deputato di FdI, Marco Osnato.

I dati Istat sul rapporto deficit/Pil: in un anno passa da -6,3% a -2,3%

Nel dettaglio l’Istat ha registrato che nel terzo trimestre 2024 «l’incidenza del deficit delle amministrazioni pubbliche sul Pil migliora sensibilmente rispetto al corrispondete trimestre del 2023», attestandosi al -2,3% a fronte del -6,3% nello stesso trimestre dell’anno precedente. Il saldo primario, vale a dire l’indebitamento al netto degli interessi passivi, è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,7%, contro il -2,8% dell’anno scorso. Positivo anche il saldo corrente delle Amministrazioni pubbliche, con un’incidenza sul Pil dell’1,9%, rispetto all’1,6% del terzo trimestre 2023.

Aumentano reddito e potere d’acquisto delle famiglie

Bene anche il reddito delle famiglie, che è cresciuto dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,6%. La propensione al risparmio è stata pari al 9,2%, in calo di 0,8 punti, mentre, a fronte di un aumento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto è cresciuto dello 0,4%. «Pur segnando uno sviluppo più contenuto rispetto ai periodi precedenti» il potere d’acquisto «risulta in crescita per il settimo trimestre consecutivo», segnala l’Istat, sottolineando anche che la propensione al risparmio «diminuisce congiunturalmente, ma in termini tendenziali prosegue il suo sentiero di crescita». Per quanto riguarda la pressione fiscale si attesta al 40,5%, in aumento dello 0,8 rispetto all’anno precedente, ma in calo dell’1% rispetto al secondo trimestre.

Osnato: «Una crescita frutto della gestione responsabile»

«I due ambiti in cui abbiamo registrato risultati apprezzabili, legati rispettivamente alla domanda e ai conti pubblici, riflettono l’impegno del governo Meloni verso scelte strutturali che hanno rimesso in moto la spesa privata senza intaccare la stabilità finanziaria», ha commentato ancora Osnato. «Non più fantomatici boom del Pil dopo l’abisso in cui ci avevano precipitato Pd e M5s, né provvedimenti radioattivi che lasciano un cratere nel bilancio dello Stato, ma una crescita frutto della gestione responsabile», ha proseguito il presidente della Commissione Finanze, invitando «chi tifa contro» a farsene «una ragione: gli italiani continueranno a raccogliere i frutti di un lavoro eccellente».

Bignami: «Dati che parlano anche di una maggiore fiducia nel futuro»

È stato poi il capogruppo alla Camera di FdI, Galeazzo Bignami, a sottolineare che «si può e si deve fare sempre di più, ma (quelli dell’Istat, ndr) sono dati oggettivi che dimostrano un miglioramento della condizione economica dei nostri cittadini e, cosa di non poco conto, anche che c’è maggiore fiducia nel futuro. Tutto questo mentre si segnala la netta riduzione del rapporto deficit Pil». «Come ha ribadito oggi Giorgia Meloni – ha proseguito Bignami – con Fratelli d’Italia la nostra Nazione ha conosciuto un’inversione di rotta e i dati ogni giorno confermano che siamo sulla strada giusta».

Unimpresa: «Risultato straordinario, frutto di politiche economiche responsabili»

Commenti positivi sono giunti anche dal mondo produttivo. «Il dato sull’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche italiane, che scende, nel terzo trimestre dello scorso anno, al -2,3% del pil rispetto al -6,3% dello stesso trimestre del 2023, rappresenta un risultato straordinario, frutto di politiche economiche responsabili e di un’efficace gestione delle risorse pubbliche», ha detto il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, commentando i dati Istat. «Il miglioramento è la testimonianza concreta di come il nostro Paese sia sulla giusta strada per un consolidamento strutturale dei conti pubblici, mantenendo, al contempo, un equilibrio tra rigore finanziario e sostegno alla crescita economica. Il saldo primario positivo, pari all’1,7% del pil, è un ulteriore elemento che rafforza il quadro positivo. La capacità di generare un avanzo primario – ossia il risultato al netto degli interessi sul debito – dimostra la solidità della strategia economica adottata, che ha permesso di ridurre il peso del deficit senza gravare eccessivamente su famiglie e imprese. Si tratta – ha sottolineato – di un risultato cruciale per consolidare la fiducia degli investitori internazionali e per rafforzare la stabilità complessiva del sistema economico italiano».

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