Le cinque vittorie più belle di Sinner che ci ha regalato il 2024
73-6. Ormai questi due numeri separati da un trattino sono diventati una sorta di brand, un simbolo immediatamente riconoscibile in grado di sintetizzare al massimo e al meglio la stagione 2024 di Jannik Sinner. Ancor più dei 2 Slam, dei 9 titoli, dei 11830 punti in classifica o di qualsiasi statistica più tecnica, sono quel 73 e quel 6 a dare bene l’idea di cosa abbia fatto l’azzurro nell’anno ormai agli sgoccioli. Ripeterlo una volta in più non fa male: alla sinistra del trattino ci sono infatti le vittorie collezionate durante la stagione, alla destra le sconfitte, in una proporzione che fa impressione (12:1) e che rende quelle 6 partite perse delle mosche bianche. Eccezioni alla regola principale del 2024 del tennis maschile che abbiamo allora ripercorso per contestualizzarle e quindi “spiegarle” in un pezzo dedicato.
La dimensione imparagonabile impone chiaramente un trattamento diverso per le 73 vittorie. Le loro storie e i loro andamenti, dal primo turno dell’Australian Open contro Van de Zandschulp al successo contro Griekspoor (da un olandese a un altro, quasi a chiudere questo cerchio perfetto) nella finale di Coppa Davis a Malaga, sono tutti reperibili nel nostro archivio dedicato a Jannik. Nell’ultimo giorno del 2024 era però doveroso dare il giusto spazio a quello che è stato non solo il tennista ma anche lo sportivo italiano dell’anno: abbiamo quindi deciso di selezionare le 5 partite più “belle” tra le 73 vinte da Sinner. Non è stata un’operazione semplice: la scelta era a dir poco ampia e il criterio della bellezza non è oggettivo. Si è allora provato a conciliare il peso specifico degli incontri con il loro tasso di spettacolarità e a spuntarla sono state queste sfide:
- vs Djokovic – semifinale Australian Open
- vs Medvedev – finale Australian Open
- vs Berrettini – 2° turno Wimbledon
- vs Zverev – semifinale Cincinnati
- vs Fritz – finale US Open
L’obiettivo è riviverle una ad una, l’augurio è che anche tra un anno sarà altrettanto difficile sceglierne solo cinque.
Australian Open, semifinale: Sinner b. Djokovic 6-1 6-2 6-7 (6) 6-3
È il 26 gennaio, la stagione è iniziata da poche settimane ma è già entrata nel vivo con il primo Slam, che è anche il primo impegno dell’anno di Sinner. Dopo il quarto di finale del 2022 e l’ottavo del 2023, Jannik è per la prima volta in semifinale a Melbourne. Vi si presenta senza aver perso nemmeno un set nel torneo dopo aver battuto i russi Khachanov e Rublev nei due turni precedenti. Dall’altra parte della rete c’è il re dell’Australian Open: Novak Djokovic, 10 volte vincitore di questo Slam. Il numero 1 del mondo non è però sembrato particolarmente brillante nel suo percorso verso la semifinale. È il settimo scontro diretto tra i due: Nole è avanti 4-2 ma ha perso in maniera piuttosto scottante l’ultimo, sprecando 3 match point consecutivi nella semifinale di Coppa Davis a Malaga. Sinner, alla sua seconda semifinale in un Major, va a caccia della prima finale Slam dopo essere stato fermato proprio da Djokovic nel penultimo atto di Wimbledon nel 2023.
Si gioca nel primo pomeriggio australiano e il match inizia quindi alle 4.30 della notte italiana. La scelta di chi ha deciso di seguire comunque la partita in diretta in Italia sembra essere immediatamente ripagata da Jannik che entra nel match senza tensione e con le idee chiarissime. Djokovic, invece, pare essere rimasto negli spogliatoi. La prima di servizio latita e anche quando entra non è granché efficace e così un Sinner aggressivo e attento si porta rapidamente sul 3-0. Il serbo regala insolitamente diversi punti semplificando la vita all’azzurro. Ne deriva una sensazione di netta superiorità di Jannik e, soprattutto, un altro break che mette un’ipoteca sul primo set. Dopo 36 minuti è 6-1.
Nel secondo parziale il numero 1 del mondo ritrova, ma solo a sprazzi, l’aiuto della prima e prova a entrare in partita almeno da un punto di vista nervoso. Il 22enne di Sesto Pusteria non si fa però minimamente condizionare e persevera nel suo gioco fatto di accelerazioni sempre ben ponderate oltre che magistralmente realizzate. Il gap visto nel primo set rimane tale e quale. Lo score, infatti, si ripete quasi identico: dopo il 6-1, 6-2. Cambia qualcosa invece nel terzo con Djokovic che evita un’altra fuga dell’avversario ma che comunque non riesce a mettere pressione nei turni di risposta (a fine partita saranno incredibilmente zero le palle break concesse da Sinner). Il set viene quindi deciso al tie-break: Jannik si procura un match point ma qui la tensione prevale. Con tutta la sua esperienza, allora, Nole si salva e allunga l’incontro. Il rischio è che la mente dell’azzurro non riesca ad andare oltre l’occasione avuta e che subentrino anche i fantasmi della rimonta subita nel 2022 a Wimbledon. Emerge così tutta la solidità emotiva e tennistica di Sinner che supera anche questi ostacoli e, al secondo tentativo, ottiene quel break che fa tirare un sospiro di sollievo a tutti i tifosi davanti alla televisione. A Djokovic, questa volta, non riesce alcun recupero mirabolante. Dopo 3 ore e mezzo di gioco, Sinner può esultare: a modo suo, in maniera moderata.
È una vittoria epocale, sotto tutti i punti di vista: Jannik raggiunge la sua prima finale Slam portando per la prima volta la bandiera italiana nell’ultimo atto dell’Australian Open; Nole non perdeva a Melbourne da sei anni e non aveva mai perso una volta superati i quarti di finale. “Non è stato semplice, sei così vicino alla vittoria e, invece, poi nella tua mente capisci che la strada è ancora lunga. Mi sono seduto e ho pensato al fatto che il punteggio era ancora positivo per me […] Ho provato tanta felicità e grande soddisfazione perché abbiamo lavorato tanto per arrivare fino a questo punto. Ma il torneo non è finito: c’è una partita importante per me e per la mia carriera”.
A PAGINA 2 LE PARTITE CONTRO MEDVEDEV E BERRETTINI