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Migranti, assolto Salvini le Ong masticano amaro: vogliono bloccare i rimpatri volontari. E Casarini minaccia: più navi in mare

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Migranti, il braccio di ferro delle Ong contro governo, ministri, sentenze della magistratura e realtà oggettiva si fa sempre più muscolare e ideologico. Un paradosso, sembrerebbe a ben vedere, che in opposizione a verdetti, logica, linea politica e norme che puntano a smantellare il traffico di essere umani e ad evitare tragedie del mare, insistono per un dogma che invoca l’accoglienza a tutti i costi. Come? Se leggi e tribunali sanciscono le regole facendo uscire precetti associazionisti e rivendicazioni coatte dalla porta, le Ong non demordono: e insistono per far rientrare istanze alla base della loro ragion d’essere dalla finestra. Così adesso, le Ong più che mai sul piede di guerra rilanciano apocalittiche sui rimpatri volontari, e al grido di: «Sono espulsioni mascherate di migranti», lanciano l’ultimo slogan di battaglia…

Migranti, le Ong masticano amaro, dopo l’assoluzione di Salvini ripartono alla carica

Allora, in un esaustivo servizio sul tema a firma di Bianca Leonardi, Il Giornale sulla vexata quaestio in oggetto, non a caso scrive: «Le Ong amiche della sinistra non si arrendono: l’assoluzione del Ministro Salvini sembrerebbe non aver fatto altro che spingere la sinistra verso richieste sempre più assurde». E riporta: «”Sotto l’etichetta dei rimpatri volontari si celano vere e proprio espulsioni mascherate”: così afferma Asgi, che si fa portavoce insieme ad altre associazioni pro migranti per bloccare anche i rimpatri volontari, ovvero tutte le libere scelte di chi arriva in Italia e vuole tornare nel proprio Paese». In pratica, prosegue il quotidiano milanese, «i migranti che vogliono andarsene liberamente dall’Italia, per le associazioni amiche della sinistra, devono rimanere nel nostro Paese. Il motivo? I migranti sarebbero “plagiati” dal nostro Paese che li spingerebbe a fare una scelta non del tutto autonoma ma dovuta all’inconsapevolezza riguardo a cosa andranno incontro».

Tra delirio e frustrazione, ora le Ong vogliono bloccare i rimpatri volontari dei migranti

Tanto che, si prosegue nella disamina con citazioni e riferimenti documentali: «Un rimpatrio – si legge nei documenti in possesso de Il Giornale – può definirsi volontario solo se deriva da una scelta libera e informata, presa in presenza di alternative valide. E senza alcuna forma di coercizione». Dunque, al «centro del ricorso che Asgi, insieme ad altre 7 associazioni, hanno fatto contro il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni – scrive sempre Il Giornale –. E che vedrà la prima udienza cautelare il prossimo 8 gennaio al Tar del Lazio, c’è la questione finanziamenti. L’Europa infatti eroga soldi all’Italia, come ad altri stati, per gestire i rimpatri volontari dei migranti arrivati nel nostro paese, erogazioni che però ora le associazioni chiedono di stoppare in quanto ritenute illegittime».

L’obiettivo mascherato è: fermare i fondi (di cui sinistra Pd e 5S al governo hanno usufruito)

E allora entriamo nel merito di queste cifre. Rilevando innanzitutto come fa la fonte citata evidenziando che, «in particolare il ricorso si concentra sull’intervento denominato “Multi-sectoral support for vulnerable mobile populations and communities in Libya”. Un accordo – prosegue Il Giornale – nato nel 2017 con il Governo Gentiloni che mette sul tavolo i fondi per rimpatriare gli uomini arrivati in Italia in Libia, proprio dove la sinistra ha costruito, organizzato e gestito quelli che molto spesso gli stessi esponenti pd hanno definito «campi di concentramento». Eppure, diai riscontri menzionati dal quotidiano a cui si fa riferimento, «guardando indietro, ai passati governi, i conti non tornano» osserva la Leonardi.

«In 2 anni l’Italia della sinistra e dei 5S ha utilizzato 20mln di euro per spedire volontariamente i migranti in Libia»

E spiega come e perché, non mancando di evidenziare mancanze e contraddizioni in calce. «Con Paolo Gentiloni – scrive allora Il Giornale –  premier nel 2017 e uno dei padri fondatori del Pd, dal 2017 al 2018 sono stati ricevuti dal governo italiano ben 18 milioni di euro, fino ad ottenere l’anno successivo con il primo Governo Conte nel 2019 altri 2 milioni di euro. In due anni l’Italia della sinistra prima e dei cinque stelle dopo ha utilizzato 20 milioni di euro per spedire volontariamente i migranti nei campi in Libia. Numeri completamente differenti quelli ottenuti dal Governo Meloni che dal 2023 al 2025 ha ottenuto 3,5 milioni di euro per lo stesso motivo. Eppure solo oggi gli attivisti decidono di criminalizzare quei finanziamenti: casualità?»…

Migranti e Ong, Casarini torna alla carica

In realtà sulla questione migranti, da parte di Ong e ramificazioni varie, nulla è mai lasciato al caso. E lo dimostra, se proprio ce ne fosse bisogno, la veemenza della sfida lanciata dal numero uno degli attivisti in prima linea più che mai Luca Casarini della Ong Mediterranea. Il quale, dopo la sentenza di assoluzione piena per Salvini, ha pensato bene di tornare a sfidare il governo, dichiarando al Corriere: «Ancora più navi di prima, ancora più in mare di prima».

Il rammarico, la rabbia, il delirio: «Speravamo che i giudici fossero creativi»…

E rammaricandosi per una sentenza a sua detta poco creativa – «speravamo che i giudici fossero creativi, cioè che infliggessero all’ex ministro dell’interno una condanna simbolica, come 15 giorni di lavoro nelle navi» ha sentenziato l’attivista pro-migranti – tra un Casarini che vorrebbe istituzionalizzare una punizione non dovuta per il ministro trasformandolo in un mozzo di bordo sui barconi. E le Ong che, dopo aver inveito contro protocolli e intese internazionali, ora vogliono bloccare i rimpatri volontari, il caos regnerebbe sovrano. Se non fosse che, per fortuna, c’è un governo che sa come muoversi e quale rotta prendere…

 

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