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L’ottava sconfitta è il regalo di Natale del Toro ai tifosi

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Quando dopo 17 partite di campionato (senza parlare della Coppa Italia) tiri le somme e ti accorgi che oggi come oggi il miglio giocatore del Toro è il portiere Milinkovic-Savic allora c’è un grande problema. L’estremo difensore granata è senza dubbio migliorato quest’anno, sebbene possa non piacere stilisticamente e abbia molte incertezze e difficoltà nelle uscite alte, è il suo rendimento è sicuramente il migliore tra i giocatori granata. Anche contro il Bologna di Italiano il portiere granata è stato il migliore in campo respingendo, praticamente a freddo il rigore calciato da Castro e successivamente bloccando il successivo tiro dei felsinei. Poi c’è il resto del Toro che nell’economi a dei 96 minuti giocati è stato nullo o quasi, dove il giovane  portiere rossoblù Ravaglia non ha dovuto sporcare più di tanto i suoi guantoni se non per qualche respinta alta. Dopo un primo tempo in cui si è visto un rigore di Castro e un bel tiro di Sosa e poi un equilibrio sostanziale tra le due squadre con il Bologna che comunque cercava di costruire trame di gioco con passaggi puliti a centrocampo e il Toro che si affidava a lanci lunghi di Savic per cercare contropiedi affidati per lo più al volenteroso Karamoh, nei secondi 45 minuti i felsinei hanno preso in mano la partita facendo prevalere il maggior tasso tecnico e i due gol sono lì a testimoniarlo, oltre alla traversa interna presa dal bravo Pobega con il pallone che per un nulla non è entrato in gol. Se si toglie la buona volontà di Karamoh a giocare con grande movimento per tutto il fronte d’attacco granata e qualche accelerata sulla destra da parte di Pedersen poi il Toro non si è visto. La retroguardia granata, partendo dal rigore concesso per fallo netto di Sosa al gol di Dallinga con Masina  a farsi anticipare, è stata al solito imprecisa e poco solida. Stesso dicasi per il centrocampo con Ricci sottotono, senza mai una verticalizzazione, mai uno spunto, mentre Linetty e Gineitis non sono mai riusciti ad arginare in mezzo al campo Pobega, Ferguson e Odgaard che hanno sempre tenuto sotto controllo il centrocampo. Se poi mettiamo la prova che i due esterni Pedersen e Sosa hanno dato sulla fase difensiva (guardare il primo gol del Bologna da dove nasce) allora si può capire il perché di tanta sofferenza. Il Toro incassa l’ennesima sconfitta in casa con 22 gol incassati e 17 gol realizzati in 17 partite. Decisamente un trend tutt’altro che positivo, diciamo pure da retrocessione  anche se la classifica per adesso è li ferma all’undicesimo porto. Quello che è sotto gli occhi di tutti e questa squadra oltre alle manchevolezze tecniche (non riesce mai a costruire un azione da gioco pulita) non ha carattere. Insomma una squadra da rifare e chi l’ha costruita l’ha fatta malissimo. Lo si è scritto molte volte: quando si prendono giocatori come terze o quarte scelte non si può andare molto lontani ed è quello che sta succedendo al Toro. Questa volta i cambi di Vanoli non hanno portato i risultati sperati, infatti Vlasic non si è praticamente visto mentre Adams questa volta non ha trovato spazi ne collaborazione da parte dei compagni, ma anzi ha perso diversi palloni. Di certo i tifosi granata, sempre vicini alla squadra,  speravano di passare un Natale con una vittoria, anche in virtù dei tre punti conquistati a Empoli  invece questa sconfitta fa capire quanto isolata sia quella vittoria nata solo grazie ad un invenzione dello scozzese Adams.