Garcia: "Quando arrivai a Roma c'era un ambiente catastrofico. De Laurentiis? Capisce di cinema ma non di calcio"
CARRÉ - Rudi Garcia , ex allenatore di Roma e Napoli , ha rilasciato un'intervista al giornalista Raphael Domenach e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla sua avventura in giallorosso. Inoltre non ha risparmiato un clamoroso attacco nei confronti di Aurelio De Laurentiis , presidente del club partenopeo. Ecco le sue parole.
L'esperienza alla Roma è la migliore della tua carriera? Sei passato dall'essere una sorpresa grazie alla vittoria del campionato francese a diventare un allenatore riconosciuto e stimato.
"Abbiamo vinto le prime 10 partite facendo 30 punti. Si trattava di un record...".
Hai allenato calciatori del calibro di Totti e De Rossi.
"Dopo il doblete in Francia, per via del mio cognome e delle mie origini sarei dovuto andare in Spagna. Il calcio in Spagna corrisponde al mio gioco, è più tecnico e c'è maggiore controllo del possesso del pallone. Poi finalmente si presenta la Roma e Luis Enrique era appena stato lì. Per me è stata una bella scoperta, non conoscevo la lingua. La Roma perse la finale di Coppa Italia contro la Lazio e quando arrivai io c'era un ambiente catastrofico, tutti erano nel panico. Quando uscì il calendario della nuova stagione tutti misero subito nel mirino il giorno della partita contro la Lazio, che si giocò alla quarta giornata. Loro pensavano che fosse troppo presto mentre io dissi: 'No, è il modo migliore per riportare le cose al posto giusto e a rimettere la chiesa al centro del villaggio".
Come hai fatto a convincere la squadra a seguirti?
"Non ero stressato o sotto pressione. Li ho convinti con il lavoro e parlando con loro in modo onesto in italiano. Ho sempre pensato che per rispetto bisogna imparare un minimo la lingua del paese in cui si lavora. Al mio fianco avevo traduttori di altissimo livello ma ad esempio le intonazioni sono uguali rispetto alla mia. Dopo sette settimane dal mio arrivo, in seguito alla vittoria per 0-2 contro il Livorno nella prima giornata di campionato grazie ai gol di Florenzi e De Rossi, feci la mia prima conferenza stampa in italiano con l'aiuto del traduttore. Ho imparato l'italiano molto velocemente, credo non sia molto difficile per un francese imparare l'italiano perché le costruzioni grammaticali sono identiche. L'italiano è una lingua stupenda, così come l'Italia. Ho vissuto a Roma, che è una città fantastica... La prima stagione fu fantastica ma non solo quella".
Il rapporto con De Laurentiis?
"Il vero coup de theatre sarebbe stato quello di tenermi e forse si sarebbe qualificato per la Champions, invece di finire decimo. Magari ha detto quelle cose perché si è reso conto di essere stato un po' cogl***e per coprire certi errori strategici. All'inizio pensavo di avere a che fare con un gentleman, invece si è rivelato qualcuno che si immischia in cose che non gli competono. Ho pagato il fatto di avergli detto di rimanere al suo posto. Lui mi rispose che non poteva proteggermi se non lo ascoltavo. Ma io non ho bisogno di essere protetto. De Laurentiis è uno che capisce di cinema, ma non molto di calcio".