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Tim Burton Labyrinth, la mostra che consente di esplorare la mente del regista

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Nei primi anni Ottanta, dopo l’uscita del film Disney Red & Toby, (di cui era animatore), un giovanissimo Tim Burton rivelava: «Era una tortura, dovevo disegnare tutte le scene con le graziose bestioline ammiccanti. Semplicemente non ci riuscivo».

E non ci riusciva perché l’indole del visionario poeta gotico del cinema è da sempre appartenuta a una dimensione più enigmatica, una forza creativa fiabesca grazie alla quale hanno preso vita alcuni dei film più iconici di sempre, come Batman, Beetlejuice o Edward mani di forbice, solo per citarne alcuni.

Ma Tim Burton non è solamente un regista, è uno scrittore, uno sceneggiatore e soprattutto un illustratore.

Per omaggiare questa sua enorme passione, dal 13 dicembre 2024, alla Fabbrica del Vapore di Milano, per la prima volta in Italia dopo un successo di 650.000 visitatori in metà Europa, si può assistere alla sua mostra, Tim’s Labyrinth. La definizione di mostra, in realtà, veste un po' stretta a questo percorso che avvolge e cattura lo spettatore, invitandolo nel mondo surreale e onirico dell’artista, che regala al pubblico (oltre agli inconfondibili personaggi dei suoi film) oltre 200 opere, scenografie e disegni originali: dalle prime bozze, ai protagonisti animati che hanno costellato la sua carriera.

Amante fin da bambino del disegno, non si separa mai dai suoi taccuini, su cui trasferisce, sotto forma di schizzi più o meno complessi, tutto il suo spirito eclettico; non tutti sanno che ogni personaggio di Tim Burton, dal Pinguino di Batman a Edward Mani di Forbice, nasce prima da un suo bozzetto. E quando si innamora di un fumetto, plasma il personaggio e lo porta in vita, realizzando il suo film. E per far sì che i disegni non tramutati in capolavori possano trovare una loro fisicità, nasce questa mostra realizzata come un vero e proprio labirinto, un percorso con oltre trecento possibili itinerari, all’interno della sensibilità artistica del regista, che ti fa perdere, ma al contempo, fa cercare la propria identità.

Ci si perde e ci si ritrova. Allora non resta che premere il pulsante, scoprire quale porta oltrepassare, e perdersi nella mostra labirinto, che altro non riflette, che il dedalo creativo e fiabesco che dimora nella testa del geniale maestro del cinema.