Dossena ricorda Giunta su TN: “Sorrideva sempre. Il suo preferito era…”
Ieri, mercoledì 18 dicembre, il mondo calcistico torinese è stato scosso dalla notizia della scomparsa all'età di 75 anni dello storico massaggiatore di Torino e Juventus Sergio Giunta. Su Toro News traccia un ricordo di questa figura tanto ben voluta da tutto il mondo granata l'ex centrocampista Giuseppe Dossena, che per parecchi anni ha condiviso lo spogliatoio con Giunta. Buongiorno Giuseppe. Cosa può dirci di Sergio Giunta? "Sergio era davvero ben voluto, scherzava sempre e aveva sempre un bel sorriso stampato in volto. Una bella persona che stava bene in gruppo. Sapeva interpretare benissimo il ruolo del massaggiatore. Non appariva mai arrabbiato e questo è un pregio non da poco per chi frequenta lo spogliatoio. Era un valore aggiunto". Tra l'altro, era agli esordi quando lo ha incontrato a inizio anni Ottanta. "Sì, era molto giovane. Era appena arrivato e andava a Milano a fare il corso per prendere l'abilitazione per fare ufficialmente il massaggiatore. Noi lo prendavamo in giro perché era sempre agitato e teso, non si sentiva pronto. Anche per questo si faceva voler bene". Del resto la figura del massaggiatore è cruciale in uno spogliatoio. "Sono tutte fondamentali le figure dentro uno spogliatoio. Devono cercare di rendere sereno l'ambiente e devono calarsi nel contesto. Devono sapere quando è giusto parlare e quando è giusto tenere il silenzio. Il massaggiatore è da sempre una figura centrale nelle dinamiche di qualsiasi squadra". Sono dei veri confidenti. "Sì, ma non sempre. Con alcuni diventa confidente. Con tutti però si parla perché quando ti trovi sul lettino prima o dopo l'allenamento è un momento particolare e possono nascere dei rapporti". Sergio aveva un confidente preferito? "Beh, Sergio aveva un debole per Giacomo Ferri. I due avevano un grande rapporto". Come vede il Torino di Paolo Vanoli? "Aver vinto a Empoli è stato fondamentale, quindi si è visto un miglioramento. Devo dire che l'andamento della stagione del Torino non mi sta sorprendendo, anzi è abbastanza consueta: grande partenza, poi flessione importante e infine un'attestazione sulla metà della classifica. Spero che il peggio sia passato e ora si possa viaggiare con un po' più di tranquillità in campionato". La sorprende un Bologna così in alto? "Quello che è successo lo scorso anno è sotto gli occhi di tutti. I giocatori sono abituati a fare un certo tipo di cose e le stanno riproponendo sebbene sia cambiato l'allenatore. L'abbrivio c'era, qualche difficoltà all'inizio c'è stata. Però, il Bologna mi pare davvero quadrato". In carriera ha segnato tanti gol belli, quello di Che Adams di venerdì è stato applaudito da tutti. I dettagli fanno sempre più la differenza nel calcio moderno. "Non parlerei di dettagli, parlerei di qualità dell'atleta. Una delle principali qualità di un calciatore è la visione: c'è chi vede due metri quadrati ed è un discreto atleta, chi ne vede cinque ed è un buon atleta, chi ne vede otto ed è un ottimo atleta. I campioni hanno vista sconfinata. Dunque, il gol di Adams non è stato frutto di dettagli studiati ma di visione, di qualità".