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Prima il mister, poi la società. È il momento di intervenire per riprendere a correre

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Keep calm. E' e dev'essere questo, adesso, l'imperativo categorico assoluto. Restar calmi, e tenere ben stampato in testa quello che ha fatto e sta facendo la Fiorentina. Nessun allarmismo, quindi, anche perché sarebbe semplicemente folle farsi prendere da chissà quale voglia di “sfasciare” tutto. Tanto per intendersi: ha poco senso, in questo momento, mettere il mirino addosso ai vari Ikonè, Kouame, Quarta, Terracciano....E' vero, non sono all'altezza dei titolari, lo sapevamo e lo sappiamo, e la partita di Guimaraes non ha fatto altro che darcene una conferma. Nel gruppo che ha portato i viola dove sono però ci sono anche loro ma soprattutto, pensando al mercato di gennaio, ci sono altre cose da fare e non è pensabile (in un mese) completare al 100% la rivoluzione avviata in estate. Sarebbe (quasi) impossibile per ragioni di tempo e, particolare da non sottovalutare, a toccar troppo un giocattolo che sta funzionando si rischia più che altro di far danni. Far poco insomma, ma far bene. E' questa la missione che attende Pradè e Goretti. Ovviamente, dietro le indicazioni di Palladino. Le priorità sono evidenti: servono un centrocampista (e serve subito, se possibile immediatamente) e un centravanti che possa dare il cambio a Kean. Il resto, viene dopo. Cedere Ikonè e trovare qualcuno che renda meglio di lui, per capirsi, ed eventualmente fare lo stesso con Kouame. Cederlo, e sostituirlo alzando il livello. Prima però, come detto, centrocampista e attaccante. Nomi? Personalmente in cima alla lista tengo Frendrup (Genoa) e Fazzini (Empoli), perché sarebbero pronti subito, sono forti, e rappresenterebbero anche un bellissimo segnale per il futuro. In seconda fila Folorunsho, anche se il giocatore del Napoli (pensandoci) potrebbe anche essere quel “due in uno” perfetto per prendere il posto di Kouame. Non è una prima punta, sia chiaro, ma si può adattare e può giocare in tanti altri ruoli. Si vedrà. Nel frattempo, perché non si può “scaricare” tutto sulle spalle della società, tocca al mister. E' lui, messo davanti all'ennesima difficoltà della sua giovanissima carriera, trovare la soluzione giusta per ritrovare l'equilibrio perso con l'assenza di Bove. E visto che ad inizio stagione ha già dimostrato di saper tornare sui propri passi non c'è ragione di credere che non sia in grado di farlo ancora. Il riferimento è a Beltran, e alle (giustificatissime) difficoltà che sta incontrando in quella posizione. Per carità, magari col tempo imparerà a farla, ma ora come ora la Fiorentina non può permettersi di giocare con due soli mediani e (di fatto) quattro attaccanti. Lo può fare per spezzoni di partita (vedi primo tempo di Bologna) o magari contro certi avversari (con l'Udinese mi immagino Sottil a sinistra) ma alla lunga, e con squadre più forti (vedi Juventus o Napoli) rischia di esporsi alla burrasca. Che fare, quindi? L'unica via (a meno che non si voglia tornare alla difesa a tre) mi pare quella di aggiungere un centrocampista. Passare al 4-3-2-1 insomma, almeno in determinate situazioni, sacrificando uno dei trequartisti o degli esterni. Il resto, deve venire soprattutto dalla testa. La sensazione infatti (e non da ieri) è che la Fiorentina stia attraversando un periodo di fisiologico calo e quando le gambe non sono strapiene di benzina, si sa, le energie supplementari devono arrivare dalla forza di volontà. Per questo, ci sono buoni motivi per mantenere alto il livello della fiducia. Perché questo gruppo ha già dimostrato di avere grandi risorse morali e perché l'allenatore ha dato prova di averlo saldamente in pugno. Avanti, quindi, senza far finta che non ci siano dei (piccoli) problemi da risolvere ma senza farsi prendere dal panico o dalla voglia di rompere tutto.