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Lega Serie A, verso la fumata bianca per Simonelli

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L'obiettivo è chiudere i conti prima di Natale per evitare i tempi supplementari a gennaio, quando il calcio di Serie A - almeno nei suoi vertici politici e sportivi - si trasferirà in Arabia Saudita per la settimana della Supercoppa. Andarci senza presidente e con giochi elettorali non completati non sarebbe il massimo, soprattutto in presenza di un equilibrio che pare consolidato. Così domani, venerdì 20 dicembre, i presidenti del massimo campionato si ritroveranno per la seconda chiamata. Il 9 dicembre scorso finì con una fumata grigia: un solo candidato, espressione di una maggioranza sulla carta blindata, rimasto per un solo voto al di sotto del quorum di 14.

Ezio Maria Simonelli rimane l'uomo designato con vista sulla proclamazione prima di passare agli auguri di Natale. A inizio mese gli mancarono un paio dei 15 consensi di cui era accreditato. Quali? Rumors accreditano Genoa e Torino come franchi tiratori, al riparo dietro la questione della possibile ineleggibilità in quanto presidente del Collegio dei sindaci revisori di Mediaset che, al pari del Monza, è una delle controllate di Fininvest. Il che porrebbe una pregiudiziale non superabile, secondo la minoranza, nemmeno con le dimissioni dal ruolo in Mediaset.

In ogni caso, nemmeno il timore di possibili futuri ricorsi ha mutato lo scenario nelle settimane successive alla fumata grigia. Simonelli rimane il prescelto della larga cordata capitanata da Juventus e Inter che ha messo politicamente nell'angolo Lotito e De Laurentiis. L'attesa è per il via libera a Simonelli e poi a cascata alla costruzione della governance della Lega Serie A con particolare attenzione alla figura dell'ad Luigi De Siervo, che potrebbe restare al suo posto qualsiasi risultato uscisse dalle urne.

Dopo il voto della Serie B, che ha preferito Paolo Bedin all'uscente Mauro Balata, con l'elezione del presidente della A si andrà a completare il puzzle di chi il 3 febbraio sarà chiamato a decidere il destino della Federcalcio. Non è un mistero che lo scenario appaia cristallizzato anche per la poltrona di numero uno di via Allegri: Gabriele Gravina ha annunciato la ricandidatura con le firme di tutte le componenti tranne la Serie A nella quale, però, ha molti più amici che nemici.

La riforma dei pesi elettorali non ha spostato gli equilibri che lo accreditano di una maggioranza larghissima, quasi bulgara. Motivo per cui passerà oltre anche rispetto a un possibile rinvio a giudizio a Roma dove è al centro di un'inchiesta con l'accusa di auto riciclaggio. Le norme federali non impongono un eventuale passo indietro se non a sentenza passata in giudicato e in ogni caso Gravina ha più volte ribadito con forza la correttezza del suo comportamento. Sarà materia che accompagnerà la politica del pallone nel 2025 dopo un finale di 2024 che gli ha dato grande forza

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