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Alessia Leone ama la fiscalità in continua evoluzione

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Rivarolo Canavese. Uno sguardo nel mondo della fiscalità con la giovanissima esperta del settore Alessia Leone, 29 anni, di Rivarolo Canavese, che svolge il ruolo di commercialista a Volpiano allo studio Anfossi come libera professionista.

Quando nasce la sua vocazione per questo lavoro e quale tipo di studi ha sostenuto?
«La vocazione non proviene tanto da me stessa, perché a dire la verità da piccola avevo altri programmi. Sono stati i miei insegnanti della scuola media a suggerirmi un percorso liceale visti i miei risultati scolastici. Io però non ero dell’idea di frequentare il liceo, quindi con i miei genitori ho cercato una via di mezzo e ho scelto di iscrivermi a Ragioneria. Ho frequentato l’Istituto 25 Aprile-Faccio di Cuorgnè e nel 2014 mi sono diplomata. Negli anni della scuola superiore ho maturato l’idea che questo ambito poteva interessarmi come lavoro per il futuro, per cui, una volta diplomata mi sono iscritta ad Economia e commercio a Torino. Ho conseguito la laurea triennale nel settembre 2017 e poi ho fatto il biennio di magistrale in Economia aziendale seguendo il corso di studi in professioni contabili. Mi sono laureata nel novembre del 2019».

Quali sono stati i passi successivi?
«Il percorso di studi permetteva già di accedere al praticantato, quindi un mese prima della laurea ho iniziato il tirocinio di 18 mesi necessario per fare l’Esame di Stato. Ho svolto questo periodo nello studio Anfossi di Volpiano, dove esercito tuttora. Erano gli anni del Covid per cui era tutto molto particolare e più complesso, lo stesso Esame di Stato era diverso rispetto ai precedenti. L’ho dato nel luglio 2022, l’ho passato con successo e mi sono iscritta all’albo professionale a ottobre dello stesso anno. A quel punto ero una libera professionista e nel 2023 ho aperto la partita iva come commercialista».

Quali sono gli aspetti che reputa più interessanti della sua professione e in cosa consiste il suo lavoro nello specifico?
«Nel mio lavoro mi occupo di tutto ciò che concerne la contabilità dei regimi minimi, semplificato e in regime ordinario. Nello studio, poi, ci occupiamo di modelli di dichiarazioni dei redditi, Imu e anche di molti adempimenti civilistici e fiscali. La parte della quale preferisco occuparmi è il mondo che definisco della prima nota, della fatturazione e della tenuta della contabilità, le dichiarazioni legate all’Iva e ai bilanci economici. Di questa professione mi piace praticamente tutto. È un lavoro in continua evoluzione, con novità all’ordine del giorno che ti impongono una continua formazione e un costante aggiornamento. Ci sono sempre nuovi decreti o leggi, non è un lavoro monotono, e dato che è in continuo cambiamento è davvero difficile per me trovare qualcosa che mi annoi. In effetti, dal mio punto di vista, vedo solo lati positivi in questa professione».

Dimostra tanto entusiasmo per il proprio lavoro: se la sente di consigliarlo ai giovani e quali suggerimenti potrebbe dare a chi si approccia a questo mondo?
«È un lavoro completamente diverso dal passato, in studio sento alcuni colleghi che parlano di come era, con tanta documentazione cartacea che ora non esiste più. È una professione dove la digitalizzazione ha fatto tantissima strada, per cui le conoscenze informatiche sono fondamentali. Va anche detto che proprio questo aspetto può presentare dei pro e dei contro. Se i pro sono sicuramente una maggiore rapidità e processi più snelli, i contro riguardano il minor contatto umano e diretto. Se, poi, penso che io ho iniziato ai tempi della pandemia, i rapporti erano ancora più sporadici e quello sicuramente era un aspetto che mi mancava. Ai ragazzi, però, dico che se si ha una buona preparazione tecnica con un percorso mirato a questa professione si parte avvantaggiati, ma per quanto l’aspetto formativo sia fondamentale, in realtà si apprende moltissimo facendo pratica. Il lavoro vero e proprio l’ho imparato sul campo, svolgendolo. Non ci si deve spaventare dei molti anni di studio necessari o dell’esame di stato. Si dice che la sede di Torino sia una in cui i commissari sono più severi, ma basta guardare alla meta con determinazione, perché alla fine ad attendere gli studenti c’è un lavoro che darà tantissime soddisfazioni». —

Valerio Grosso

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