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Protesta all’Isis Pertini di Monfalcone: allievi in corridoio anziché in classe

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Le studentesse e gli studenti della sede di via Baden Powell a Monfalcone dell'Isis Pertini questa mattina, sabato 14 dicembre, sono entrati a scuola, ma non in classe. Si sono seduti nei corridoi, e non tra i banchi, per protestare per la posizione assunta dalla dirigenza scolastica dopo la scoperta di atti vandalici ai danni di un servizio igienico. Porte e un termosifone del bagno degli studenti maschi sono stati danneggiati e il responsabile non è emerso.

Sospensione dei viaggi di istruzione

Secondo quanto riferito dai rappresentanti degli studenti, la dirigente scolastica Carmela Piraino «aveva annunciato la sospensione delle assemblee d’istituto e dei viaggi di istruzione qualora non fossero stati identificati entro oggi (ieri, ndr) i responsabili degli atti di vandalismo avvenuti nei giorni precedenti». Una versione smentita dalla dirigente scolastica, assente per motivi personali e di rientro in sede all'inizio della settimana. «Non c'è stata alcune sospensione delle uscite - ha spiegato -: nel pomeriggio di venerdì si è pure riunita la commissione viaggi per l'analisi dei preventivi. Non si capisce, quindi, per cosa stiano protestando gli studenti».

Sotto accusa tutti gli studenti

I rappresentanti degli studenti nel Consiglio d'istituto ritengono, invece, di sapere benissimo i motivi per cui è scattata la protesta che sarebbe dovuta continuare domani ed è invece stata sospesa vista la disponibilità della dirigente ad un incontro fissato per le 8.30 di martedì. «Dopo la scoperta dei danneggiamenti, la preside ci ha convocati venerdì, assieme a tutti i rappresentanti di classe della sede di via Baden Powell - spiega la rappresentante in Consiglio d'istituto Vittoria Nicoli -, dicendoci che se entro il giorno successivo non fossero usciti i responsabili avrebbe sospeso le assemblee d'istituto, gite e uscite didattiche». Queste parole, «ripetute più volte», sono state percepite come «un provvedimento indiscriminato verso tutti gli studenti».

La sospensione delle assemblee

A innescare di fatto l'iniziativa, decisa all'ingresso a scuola con un confronto con tutti gli studenti presenti, è stata, però, secondo i rappresentanti d'istituto, oltre a Vittoria Nicoli, Nicole Buso e Daniel Molina, una mail di venerdì sera con cui «la dirigente ha dichiarato di non avere intenzione di sospendere le assemblee d’istituto, attribuendo a un problema di comunicazione le sue parole pronunciate al mattino».

Le soluzioni proposte

«Ci siamo sentiti svalutati e trattati con superficialità», ha aggiunto Nicoli, anche perché gli studenti si sono trovati unanimi nella volontà di non sottrarsi «alle proprie responsabilità», con il desiderio anzi contribuire attivamente alla risoluzione dei problemi. «Gli studenti hanno proposto una soluzione per affrontare in modo diretto i danni subiti dalla scuola. Nello specifico, come spiegato ieri dai rappresentanti d'istituto in una nota, si tratta di riparazioni tecniche: alcuni gruppi di studenti si occuperanno della manutenzione necessaria a risolvere i danni agli arredi segnalati, come quelli relativi al termosifone del bagno. Altre azioni sono state pensare per arrivare a un “recupero estetico”. Per le ammaccature sulle porte, è stato deciso di ricoprirle con disegni e illustrazioni realizzati dagli studenti, valorizzando così i talenti artistici della scuola e trasformando un danno in un’opportunità creativa». «Questo non è stato un atto di sfida o opposizione - hanno concluso i rappresentanti d'istituto -, ma un'espressione di profondo disagio e allo stesso tempo di volontà di ricostruire un rapporto di fiducia e un dialogo».