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Cgia Mestre, estorsioni mafiose in aumento nel Veneto: più 66% negli ultimi 10 anni

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Le mafie continuano a operare in numerosi settori illegali, con un volume d'affari che sfiora i 40 miliardi di euro ogni anno.

Questo dato, riportato dalla Cgia di Mestre, evidenzia l'ampiezza e la pervasività delle organizzazioni criminali che, oltre a traffici come narcotraffico e contrabbando di sigarette, sono coinvolte in attività come il traffico d'armi, lo smaltimento illecito dei rifiuti, le scommesse clandestine, il gioco d'azzardo e la prostituzione.

Il rapporto della Cgia di Mestre

Secondo l'analisi della Cgia, le estorsioni risultano essere una delle attività più lucrative per le mafie, e le vittime principali sono gli imprenditori, costretti a cedere ai ricatti per evitare violenze o danni alle loro aziende.

Oltre a questo, la presenza di attività mafiose è spesso associata a un alto numero di denunce per reati come estorsioni, racket, reati ambientali, caporalato e lavoro nero.

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Un altro dato preoccupante riguarda la diffusione delle "aziende in odor di mafia". Le grandi aree metropolitane sono le più colpite.

A Napoli, ad esempio, ci sono circa 18.500 imprese a rischio, mentre a Roma si sfiorano le 16.700, e a Milano si registrano quasi 15.650 unità. Complessivamente, queste tre città concentrano circa il 34% delle imprese a rischio in tutto il Paese. In Veneto sono circa 8.500 le aziende “in odor di Mafia”.

Il focus

Negli ultimi dieci anni, i delitti denunciati dalle forze di polizia per estorsione sono aumentati significativamente nel Nord Est, con un incremento del 66,2%. Questo dato emerge nonostante un calo complessivo dei delitti denunciati, che sono passati da 2,89 milioni nel 2013 a 2,34 milioni nel 2023.

Il Nord Est ha registrato 2.043 denunce per estorsione, un numero significativo ma inferiore rispetto ad altre regioni come il Mezzogiorno, che ha visto il più alto numero di denunce (3.877).

Seguono il Nordovest con 2.945 denunce e il Centro con 2.573. In particolare, alcune province del Nord Est hanno mostrato aumenti preoccupanti, con Bolzano in testa con un incremento del 362,5%, Belluno (+330%), Verbano-Cusio-Ossola (+311,1%), Ferrara (+257,1%) e Benevento (+278,6%).