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Vigevano contesa tra Pavia e Milano, il libro sulle guerre in Lomellina nel XII secolo

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La Società storica vigevanese presenta l’annuale monografia dal titolo “1157: Guerra in Lomellina. Vigevano tra Milano e Pavia nei primi anni delle guerre italiane del Barbarossa”.

Sabato, alle 10.30, il Museo dell’imprenditoria di palazzo Merula, nella via omonima, ospita l’autore Lorenzo Bordoni, che si sofferma sul conflitto tra i Comuni di Milano e di Pavia e sul primo assedio subìto da Vigevano nella sua storia.

«Nel XII secolo, negli scenari della lotta per il predominio in Lombardia – anticipa la Società storica – in Lomellina si consuma uno tra i più enigmatici episodi della lunga e sanguinosa contrapposizione militare tra le due città e i loro alleati. Faremo risaltare, in particolare, le figure di magister Guitelmus, Guido III di Biandrate e Guglielmo V di Monferrato».

L'insediamento di Vigevano fu a lungo conteso da Pavia e da Milano: nel 1154 la città di Vigevano era stata concessa a Pavia dall’imperatore Federico di Svevia, noto come il Barbarossa. Nel novembre 1155, prima di far ritorno in Germania, l’imperatore mise al bando Milano, che porterà comunque a termine la promessa ricostruzione di Tortona difendendola dagli assalti dei pavesi. Poi i milanesi si rivolsero contro i pavesi, che, sostenuti dal marchese Guglielmo V di Monferrato e da Obizzo Malaspina, tenevano un forte contingente militare nel castello di Vigevano, pronto a varcare il Ticino e a invadere il territorio di Milano.

Nel 1157 i milanesi, riunito un forte esercito e rafforzati dalle milizie di Brescia, si affidarono al conte Guido di Biandrate, che, passato il Ticino ed evitata la rocca di Vigevano, assalì improvvisamente il castello di Gambolò distruggendolo. Poi, tornato indietro, diede battaglia ai pavesi, che, dopo una furiosa mischia, si rinchiusero a Vigevano resistendo però solamente pochi giorni. Costretti dalla fame, si arresero accettando durissimi patti: Vigevano, poi occupata, per punizione sarà rasa al suolo. La città tornerà poi sotto il controllo di Pavia e, soprattutto nel Duecento, sarà più volte saccheggiata, distrutta e ricostruita.Umberto De Agostino