Accoltella la ex al centro commerciale, la giudice: «Said socialmente pericoloso: deve rimanere in carcere»
BRONI. «Socialmente pericoloso» perché «incapace di controllare i suoi impulsi e la sua aggressività». C’è il rischio quindi, secondo la giudice Maria Cristina Lapi, che possa rifarlo. Per questo Said Cherrah, il 25enne di Broni accusato di avere accoltellato lunedì la sua ex, una giovane di 24 anni di Erba, nel parcheggio del contro commerciale di Giussano, deve restare in carcere. Per la giudice, infatti, gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico (braccialetto che peraltro il giovane non aveva) non bastano a scongiurare il pericolo che possa commettere altri atti violenti e tornare a fare del male alla sua ex.
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Lei, picchiata e colpita con un fendente alla schiena, si trova ancora ricoverata in ospedale, al San Gerardo di Monza. Dal suo letto di ospedale manda un appello alle altre donne vittime di violenza: «Ai primi atteggiamenti non sani chiedete aiuto, non fate come me che sono rimasta in silenzio per non creare problemi alle persone che avevo intorno». La ragazza era stata già aggredita l’anno scorso a novembre dal suo ex, che le aveva buttato dell’acido addosso. Per questo episodio di violenza è in corso un processo a Como: la sentenza è prevista per il 9 gennaio.
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Il ferimento con coltello
L’aggressione con il coltello era avvenuta lunedì verso l’ora di pranzo. La giovane ha raccontato ai carabinieri che aveva un appuntamento con un’amica e che nel parcheggio del centro commerciale si era imbattuta nel suo ex, che l’aveva costretta ad accostare con l’auto. Lui era salito a bordo della sua vettura, con la scusa di voler chiarire. Poi l’aveva picchiata e aveva cercato anche di strangolarla con il cavo della batteria del telefonino. Lei era riuscita a fuggire ma era stata raggiunta dall’uomo, che l’aveva colpita alla schiena con un coltello estratto dal giubbotto. «Nessuno si è degnato di aiutarmi – ha raccontato la donna dal letto di ospedale –. Mi ha sbattuta sull'asfalto, mi ha trascinata per metri, mi ha presa a pugni».
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Il carcere
A chiedere il carcere, peraltro, è stata anche la procura di Como, che aveva disposto la misura degli arresti domiciliari e dopo l’aggressione di lunedì ha chiesto l’aggravamento della misura. Per la giudice di Pavia «è allarmante la circostanza per cui l'indagato, pur giovane e formalmente incensurato, al momento del fatto fosse sottoposto a misura cautelare per atti persecutori nei confronti della medesima persona offesa, che aveva già tentato di sfregiare con l’acido – si legge –. Cherrah ha violato le prescrizioni imposte dalla misura con il preciso intento di incontrare l’ex compagna e di farle del male nel caso la donna gli avesse confermato la volontà di ritenere conclusa la loro relazione sentimentale».