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Ricette inappropriate, i medici replicano al dg dell’Ulss 3: «A chiederle sono specialisti e pazienti»

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«Il problema delle prescrizioni inappropriate esiste, ma è complesso, per certi versi di difficile spiegazione e non dipende solo dai medici di medicina generale, ma dalle prescrizioni degli specialisti e dalle richieste in aumento della popolazione».

A monte c’è la partita delle liste di attesa che sta migliorando, stando ai dati dell’Usl 3 Serenissima si sono ridotte di due terzi. Il direttore generale della sanità veneziana Edgardo Contato ha lanciato un appello ai medici di base di ridurre prescrizioni e visite. Ma secondo i medici di medicina generale, la matassa da sbrogliare non riguarda «solo» loro.

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«Il 3 dicembre sono andato a prenotare una risonanza e mi hanno messo in lista d’attesa» spiega Alessandro Di Giulio, a lungo medico di medicina generale in città «per la cataratta le attese sono di un anno, un anno e mezzo. Una amica ha prenotato una polisonnografia, un esame che serve a monitorare alcuni parametri fisiologici durante il sonno, tra i quali l'attività cerebrale, i livelli di ossigeno e dunque la frequenza delle apnee notturne, e glie l’anno data per settembre 2025. Questo per dire che le liste di attesa ci sono ancora».

Prosegue: «La partita delle prescrizioni, è un fenomeno complesso. Lo stesso direttore generale dell’Area Sanità della Regione l’anno passato confrontando le prescrizioni mediche del 2019 e quelle del 2023, aveva notato un aumento del 30% che non si spiegava. Agli incontri periodici che l’Usl 3 organizza sulla correttezza prescrittiva per capire se c’è un eccesso di esami diagnostici l’ho ripetuto. Ma il problema non è in capo ai medici di base: non è facile giustificare l’aumento della richiesta, che dopo il Covid ha una notevole componente antropologica. Non è solo colpa solo dei medici di famiglia, senza contare l’annoso problema delle prescrizioni indotte, cioè quelle che i medici di base fanno perché gli specialisti le chiedono».

Infine: «L’Usl si sta impegnando perché gli specialisti prendano in carico il paziente che gli viene affidato e prescrivano esami che servono. Oggi c’è l’assalto all’arma bianca da parte della gente. Al di là delle leggerezze in cui possono incorrere i medici di famiglia, che sono molto sensibilizzati sull’appropriatezza da parte dell’Usl, qualche impegnativa scappa, ma non così tante». Esiste una richiesta globale di prestazioni sanitarie che post Covid è aumentata. «I medici di famiglia sono subissati dalle richieste dei pazienti, e l’ho constatato fino al 31 dicembre dell’anno scorso».

«Credo che il problema vada affrontato su due fronti» spiega Paola Bassetto, notissimo medico di base che fino alla pensione ha lavorato nell’area di Chirignago «da una parte ci sono le prescrizioni indotte dai medici specialisti, anche in strutture dove non hanno più il ricettario e dunque mentre una volta potevano prescrivere oggi non lo possono più fare e devono passare per il medico di base. In questo senso c’è una responsabilità della medicina generale: io essendo un vecchio medico con un rapporto di fiducia decennale col paziente, quando vedevo esami indotti non necessari mi opponevo, ma oggi per i giovani medici catapultati sul territorio con 1200 pazienti è più difficile. Ecco allora che in questa situazione, quando arriva un paziente che ha avuto un altro medico per decenni, non è facile dire di no in scienza e coscienza per un nuovo dottore che si ritrova la prescrizione di uno specialista. La medicina generale è sotto i riflettori e tante volte è difficile, ripeto, specialmente per i nuovi, dire no, questo esame è inutile e non te lo prescrivo».