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Sciopero generale, disagi ai cittadini per l’odio contro Israele: le sconcertanti motivazioni della protesta

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Ha preso il via stamattina lo sciopero generale di 24 ore indetto dai sindacati di base e confermato per l’intera giornata dopo che il Tar ha sospeso l’ordinanza di riduzione firmata dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. La mobilitazione riguarda soprattutto il trasporto pubblico, ma investe anche scuola e sanità. I servizi, dunque, non saranno garantiti per l’intera giornata, ma saranno comunque assicurate le fasce protette.

Stop e fasce protette per i treni

Per quanto riguarda le ferrovie, dove la mobilitazione è scattata alle 21 di ieri sera e proseguirà fino alle 20.59 di oggi, Trenitalia ha garantito alcune tratte di lunga percorrenza, comunicate sul proprio sito, mentre la circolazione dei regionali è stata assicurata per gli orari di maggiore frequentazione, dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. Si fermano anche i traporti marittimi, il trasporto aereo è invece esonerato.

A Roma, Milano e Napoli adesione parziale: ferme solo alcune linee della metro

Anche lo sciopero proclamato da Usb taxi è scattato dalla notte: iniziato un minuto dopo la mezzanotte, è previsto fino alle 23,59 di oggi. Per quanto riguarda metro, bus e ferrovie urbane le fasce protette sono state stabilite a livello locale. A Roma i paletti sono stati fissati da inizio turno alle 8.30 e dalle 17 alle 20. A Milano da inizio turno alle 8.45 e dalle 15 alle 18. In entrambe le città, però, alcune tratte hanno continuato a lavorare. Nella capitale, dopo le ultime corse delle 8.30, sono state chiuse le linee della metro A e C mentre prosegue il servizio sulle linee B e B1, sebbene con corse ridotte. Chiusa la ferrotramvia Termini-Centocelle, mentre per bus e mezzi di superficie si segnalano “possibili disagi”. A Milano a chiudere dopo le 8.45 è stata la sola metropolitana M1. Restano invece aperte – ha segnalato Atm, l’azienda di trasporti pubblici milanese – le altre linee M2, M3, M4 e M5. Bus, tram e filobus, è stato reso inoltre noto, potrebbero essere rallentati o deviati da una manifestazione. Anche a Napoli sono rimaste in servizio delle linee: per la linea 1 e linea 6 della metropolitana è stato comunicato un “servizio regolare”, stessa situazione per le funicolari, mentre treni sono stati cancellati per la linea 2 gestita dalle Ferrovie e della Circumvesuviana.

Lo sciopero ridotto “a strumento politico”

“Penso che non si possa negare che da quando c’è il governo Meloni gli scioperi si sono quadruplicati. Ieri è stato detto l’ultimo dato degli occupati, mai un dato così basso sulla disoccupazione e mai un dato così alto sull’occupazione dal 2017. Ma è normale ridurre lo sciopero davvero a uno strumento politico? I cittadini non lo capiscono e si perde anche lì la funzione legittima e democratica dello sciopero”, ha detto Manlio Messina, vicecapogruppo vicario di FdI alla Camera, intervenendo a Coffee break, su La7. Ieri sera ospite di 4 di sera Salvini ha sottolineato che “dicono che c’è il fascismo e c’è il regime, 1.500 scioperi proclamati…”.

Le sconcertanti motivazioni dello sciopero: “Contro il sostegno al genocida governo  israeliano”

“C’è un disegno generale che il governo Meloni sta portando avanti che concentra le risorse per l’economia di guerra, aumenta le disuguaglianze sociali e ci trascina verso l’abisso di una nuova guerra mondiale. Non c’è un solo ambito della vita sociale, politica e culturale del Paese che non sia sotto attacco, dalla scuola alla sanità, dall’ambiente alla sfera dei diritti civili, dall’accoglienza alla restrizione degli spazi di democrazia”, si legge nel comunicato dell’Usb sulle motivazioni della protesta. Sul sito dell’Atac, tra le motivazioni dello sciopero, subito dopo la manovra economica, si spiega che la protesta è “contro il crescente coinvolgimento dell’Italia nei teatri di guerra tanto ad est quanto nel sostegno al genocida governo israeliano” e poi “contro i progetti di riforma autoritaria dello stato, quali decreto legge 1660, premierato e autonomia differenziata”.

Lo “sgomento” della comunità ebraica: “Strumentalizzazione politica e distorsione che semina odio”

“Leggiamo attoniti tra le motivazioni dello sciopero indetto per oggi e avallate anche dal Tar quella di esprimersi ‘contro il crescente coinvolgimento dell’Italia nei teatri di guerra tanto ad est quanto nel sostegno al genocida governo israeliano’, trasformando così anche questo momento di rivendicazione salariale/sindacale in uno spazio prettamente prestato alla strumentalizzazione politica e alla distorsione che semina odio”, ha commentato la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), Noemi Di Segni. Di “sgomento e sconcerto” ha parlato poi sui propri social il  presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun.

 

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