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Abu Mazen incontra il Papa: impegno per la soluzione dei due Stati

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Un incontro importante. «Nel ribadire la condanna ad ogni forma di terrorismo, si è sottolineata l’importanza di raggiungere la soluzione per i due Stati solo attraverso il dialogo e la diplomazia, assicurando che Gerusalemme, protetta da uno statuto speciale, possa essere un luogo d’incontro e amicizia tra le tre grandi religioni monoteiste».

La Sala stampa vaticana ha sintetizzato così, nel suo comunicato, uno dei punti cruciali dell’udienza di stamane in Vaticano di papa Francesco al presidente dello Stato di Palestina Mahmoud Abbas (Abu Mazen).

La cordialità di due amici che si rincontrano, memori anche della storica preghiera di pace nel Giardini vaticani anche col presidente israeliano Shimon Peres. Un colloquio privato di 30 minuti. Poi doni come, da parte di Francesco, la fusione in bronzo di un fiore che nasce, con la scritta «La pace è un fiore fragile».

Da parte del presidente palestinese un quadro raffigurante la visita del Papa al muro a Betlemme durante il viaggio nel 2014, un altro che ritrae il Pontefice con lo stesso Mahmoud Abbas, e infine un’icona di San Porfirio, patrono di Gaza, dono del Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme Teofilo III. «Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato – spiega ancora la nota della Sala stampa vaticana -, si è fatto riferimento alle buone relazioni bilaterali, sottolineando l’importante contribuito della Chiesa nella società palestinese, anche nel soccorrere la gravissima situazione umanitaria a Gaza, dove ci si auspica che quanto prima vi sia il cessate il fuoco e la liberazione di tutti gli ostaggi». Infine, «si è espresso l’auspicio che il Giubileo 2025 possa portare il ritorno dei pellegrini in Terra Santa, tanto desiderosa di pace».

Più dettagliato, anche se `orientato´, il resoconto dell’agenzia ufficiale palestinese Wafa, secondo cui Abu Mazen ha ringraziato Francesco «per le sue posizioni a sostegno del raggiungimento di una pace giusta in Palestina sulla base della soluzione dei due Stati, del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, dell’ingresso di aiuti nella Striscia e della fornitura di ospedali, scuole e luoghi di culto possano godere di tutta la protezione necessaria». Il presidente ha evidenziato «la necessità di fermare immediatamente l’aggressione israeliana, ritirando le forze di occupazione dall’intera Striscia di Gaza e accelerando l’ingresso degli aiuti umanitari per evitare il rischio di un grave disastro umanitario nella Striscia». Abu Mazen ha posto quindi l’accento sull’importanza «di mobilitare gli sforzi per sostenere il tentativo dello Stato di Palestina di ottenere la piena adesione alle Nazioni Unite, nonché di ottenere un maggiore riconoscimento internazionale dello Stato di Palestina».

Intanto, nel Messaggio pubblicato oggi per la Giornata Mondiale della Pace che ricorrerà il prossimo 1/o gennaio, il Papa ribadisce il suo invito alla comunità internazionale per il Giubileo 2025 «a intraprendere azioni di condono del debito estero, riconoscendo l’esistenza di un debito ecologico tra il Nord e il Sud del mondo. Ãê un appello alla solidarietà, ma soprattutto alla giustizia». «Non mi stanco di ripetere che il debito estero è diventato uno strumento di controllo, attraverso il quale alcuni governi e istituzioni finanziarie private dei Paesi più ricchi non si fanno scrupolo di sfruttare in modo indiscriminato le risorse umane e naturali dei Paesi più poveri, pur di soddisfare le esigenze dei propri mercati», sostiene il Pontefice nel Messaggio. «A ciò si aggiunga che diverse popolazioni, già gravate dal debito internazionale, si trovano costrette a portare anche il peso del debito ecologico dei Paesi più sviluppati», sottolinea. 

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