Siria, media: “A Damasco una fossa comune con migliaia di corpi”. I turchi combattono i curdi al nord: “Obiettivo la diga di Tishrin”
Una fossa comune con “migliaia di corpi” e resti di corpi. E’ stata mostrata in diretta tv da giornalisti della tv panaraba al Jazeera nei pressi di Qutayfa, a nord-est di Damasco. Le telecamere mostrano sacchi di plastica bianca con resti di corpi con indicazioni di numeri. “E’ probabile che questi corpi provengano dalle prigioni politiche del regime, come quella di Sednaya“, afferma il giornalista. “Questo terreno è grande circa 5mila mq”, afferma il giornalista mostrando l’area che corrisponde grosso modo alla superficie di un campo da calcio regolamentare.
Con il paese che è lungi dall’essere pacificato, il principale fronte di guerra che resta aperto è quello del nord tra le forze turche e i curdi. Nel primo pomeriggio l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria ha riferito che soldati di Ankara partecipano all’offensiva delle forze arabo-siriane filo-turche contro quelle curdo-siriane nel quadrante settentrionale di Manbij e Raqqa. Secondo la ong, le forze turche e i loro alleati locali mirano a prendere il controllo della strategica diga di Tishrin, sul fiume Eufrate. Una escalation, ricorda l’Osservatorio, in atto nonostante l’annuncio di un cessate il fuoco tra le parti mediato dagli Stati Uniti.
In mattinata diversi medi riferivano che alcuni leader tribali arabi della regione di Dayr az Zor, nell’est del paese, accompagnati dalla cittadinanza locale hanno cacciato le milizie curde, espressione locale del Pkk in Siria sostenuto dagli Stati Uniti, dalla cittadina di Hatla, sulla riva orientale del fiume Eufrate. E la sollevazione starebbe proseguendo nelle località a est del fiume.
Le forze curdo-siriane, da parte loro, hanno annunciato la decisione di issare su tutte le istituzioni della regione di fatto autonoma del nord-est siriano la “bandiera della rivoluzione” sventolata dagli insorti islamisti che hanno preso il potere a Damasco e hanno deposto il regime di Bashar al Assad. “Siamo parte della Siria unita e del popolo siriano”, si legge nel comunicato diffuso dalle Forze democratiche siriane, ombrello di gruppi armati curdi e filo-curdi che aderiscono all’ideologia del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) nel nord-est della Siria. “In questo contesto storico di trasformazione – si legge nella nota – la bandiera dell’indipendenza, con i suoi tre colori (verde, bianco e nero e le tre stelle rosse) rappresenta un simbolo di questa nuova fase, esprimendo le aspirazioni del popolo siriano alla libertà, dignità e unità nazionale”.
Tra questa sera e domani è in programma una visita del Segretario di Stato americano, Antony Blinken, in Turchia per parlare con l’omologo turco, Hakan Fidan. Ma il ministero degli Esteri di Ankara ha già ribadito il concetto: “Non permetteremo ad elementi terroristici di trarre vantaggio dall’incertezza nella regione e di prendere di mira la sovranità e l’integrità territoriale della Siria”. La Turchia ritiene terroriste le forze curde siriane dello Ypg a causa della vicinanza con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), da 40 anni coinvolto in un conflitto con l’esercito turco. Le milizie curde sono state sostenute dagli Usa in funzione anti Isis e Nel comunicato, il ministero della Difesa di Ankara ha anche ribadito la condanna contro l’incursione militare israeliana in Siria, definendola “un’occupazione che darà beneficio anche a gruppi terroristici”.
Israele, intanto, continua a mantenere i suoi soldati sul versante siriano del Golan. Benjamin Netanyahu ha affermato che le forze israeliane rimarranno in una zona cuscinetto fino a quando una nuova forza dall’altra parte del confine non sarà in grado di garantire la sicurezza. L’ufficio del premier ha fatto sapere che il rovesciamento di Assad ha creato un vuoto sul confine. “Israele non permetterà ai gruppi jihadisti di riempire questo vuoto e di minacciare le comunità israeliane sulle alture del Golan con attacchi in stile 7 ottobre”, ha detto, riferendosi all’attacco di Hamas del 2023 da Gaza.
Secondo l’Osservatorio, diversi raid della Israeli Air Force hanno preso di mira obiettivi vicino a Damasco. Giornalisti dell’Afp sul campo hanno confermato che varie fonti nella capitale parlano di “raid aerei attorno a Damasco”. Da domenica Israele ha effettuato centinaia di attacchi aerei contro obiettivi dell’esercito con l’obiettivo dichiarato di impedire che finissero nelle mani degli insorti. L’aeronautica militare ha reso noto di aver raggiunto “la superiorità aerea totale sulla Siria” e di aver distrutto “l’86% dei sistemi di difesa aerea dell’ex regime di Assad per un totale di 107 componenti separati di difesa aerea e altri 47 radar”.
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