Andrate, quel Parco avventura nasce dove si disperdono le ceneri
Andrate
Una struttura in legno, prima tra varie costruzioni che andranno a far parte del futuro Parco avventura pensato per i bambini, nel bosco delle dispersioni di ceneri.
È quanto ha trovato la famiglia di Stefania Longo, eporediese, nella radura del bosco di San Giacomo sopra Andrate, dove la donna aveva sparso le ceneri alla madre Maria Bruno, morta a febbraio. I lotti di San Giacomo e del monte La torretta, infatti, costituiscono due aree di bosco, grandi in tutto 5 km², all'interno delle quali è possibile spargere le ceneri dei propri cari. Una scelta non casuale, ma regolata da precise norme e limiti di legge.
Proprio quella zona di bosco è stata però messa a bando dal Comune di Andrate per la costruzione di strutture volte al turismo. Un bando vinto dalla Bed&Bike Srl, che ha deciso di investire nella costruzione di un piccolo Parco avventura per bambini. Il bosco sopra Andrate è infatti da sempre meta di turisti, cercatori di funghi, famiglie e amanti della natura.
Una decisione che però non è proprio andata giù alla famiglia di Longo: quest'ultima ha infatti affidato ai social le proprie rimostranze, mentre il figlio Edoardo Zullo, 24 anni di Ivrea, ha lanciato una petizione online su Change.org, chiamata “Fermiamo il disboscamento e la deturpazione a San Giacomo”. Raccolta firme già arrivata a quota 139.
«Il bosco di San Giacomo è un luogo sacro, di raccoglimento e meditazione, non ci si costruisce un Parco avventura sopra – commenta Longo –. La zona ci era stata indicata dall'agenzia funebre Garda come luogo in cui era possibile disperdere le ceneri, così abbiamo presentato i documenti al Comune di Andrate e seguito tutte le norme di legge. Non siamo i soli, diverse persone hanno scelto quel posto come luogo di riposo per i propri cari, targhe e ricordi sono presenti su alcuni alberi. Ora invece abbiamo scoperto che lì dovrebbe sorgere un Parco avventura: un luogo il cui ingresso sarà a pagamento, per fare posto al quale stanno anche venendo abbattuti alcuni alberi, e soprattutto che viola la sacralità del luogo: per me equivale all'aver dato il permesso di costruire in un cimitero».
«Quel posto è un bosco, non un cimitero, tanto meno un luogo sacro – controbatte invece Enrico Bovo, sindaco di Andrate –. Le disposizioni regionali in materia di cremazione, conservazione, affidamento e dispersione delle ceneri parlano chiaro: le persone sono libere di spargere le ceneri dei propri defunti nelle aree messe a disposizione, come le aree del bosco di San Giacomo e del monte La torretta, ma l'area non è recintata né limitata, e non è nemmeno consentito lasciare targhe o segni della dispersione, poiché essa rimane un bosco pubblico, un terreno di proprietà del Comune».
Riguardo il Parco avventura, poi, il sindaco sottolinea la dimensione relativamente contenuta del progetto: «Si tratta di una serie di piccole strutture in legno, la cui area totale non supera i 30 m², in un area boschiva di 5 km² . Un'area dove tra l'altro ogni giorno passano turisti, famiglie, coppie, animali e chi più ne ha più ne metta, ma ora si violerebbe la presunta sacralità con un'area ludica per bambini? Parliamo di un bosco pubblico: secondo questa logica dovrei proibire l'uso di un'area di 5 km²».