L’uomo che rigenera i parcheggi padovani: «Il prossimo in corso del Popolo»
«C’è un retaggio culturale per cui il parcheggio è visto come un’opera fine a se stessa, un non luogo. Così nasce il rischio degrado. Un parcheggio vivo può diventare un centro servizi, un locale, una galleria d’arte e altro ancora. E anche chi lascia l’auto lo fa con un sentiment diverso».
Si può definire: l’uomo che rigenera parcheggi. È Gaetano Panetta, 56 anni, veneziano, responsabile della sosta per Aps Holding.
Laurea in architettura allo Iuav di Venezia, poi master in Open innovation management al Bo, quindi l’ingresso in Aps con l’incarico di seguire la costruzione della prima linea del tram, e dal 2013 la responsabilità della divisione parcheggi.
È colui che ha lanciato l’esperimento del “Secret garden” al park Porte Contarine – oggi tra i più usati dai padovani – e promosso il “Garage market” nel multipiano di via Tommaseo. E molto altro sta per arrivare.
[[ge:gnn:mattinopadova:14870847]]
Panetta, partiamo dall’ultima trovata: un mercatino di merce vintage in un silos piuttosto degradato. Come le è saltato in mente?
«Bisogna trovare il modo perché i parcheggi siano frequentati e attrattivi. Vogliamo dare una connotazione nuova al Central park, che oggi sembra un fortino assediato. Stiamo pensando di fare due o tre eventi all’anno sullo stile del “Garage market” e dedicare la terrazza a qualcosa di permanente nei mesi estivi».
È molto vicino alla stazione, ma in pochi lo usano.
«È distante meno di 5 minuti a piedi dall’ingresso lato Arcella. Con l’amministrazione penseremo a un percorso protetto, una sorta di boulevard illuminato che arrivi fino all’accesso del sottopasso, che dovrà diventerà più visibile. Con l’arrivo della Tav sarà quello l’ingresso principale della stazione».
Alle Porte Contarine Aps ha preso in gestione due garage e li ha trasformati in un park moderno. In che modo?
«Nessuno pensava che potessero avere questa potenzialità. Abbiamo preso in gestione 160 posti ma l’organizzazione e l’automazione ha fatto sì che potessero diventare quasi 250. Oggi non si può prescindere dalla tecnologia: è il 90% del successo di un parcheggio. Telecamere, illuminazione, sensoristica, casse automatiche, Telepass: tutto quello che rende più piacevole la sosta».
[[ge:gnn:mattinopadova:14714261]]
La svolta però è stato il lancio sui social?
«Non solo. Però certo i social hanno dato un grande supporto, soprattutto perché i murales realizzati dai tanti artisti che hanno partecipato al progetto sono particolarmente fotografabili. Ma facciamo anche visite guidate che mettono insieme il nostro park con la Cappella di Giotto, che è a poche centinaia di metri».
Qual è la prossima mossa?
«Abbiamo lanciato un contest, sempre sui social, chiedendo ai padovani come vorrebbero il nostro nuovo parcheggio».
Quale?
«Abbiamo preso in gestione l’ex garage De Danieli, in corso del Popolo all’angolo con via Foscolo. Diventerà completamente nuovo: altri 50 posti completamente automatizzati e restituiti alla città, disponibili 7 giorni su 7».
Sono arrivati suggerimenti su cosa realizzare?
«Molti. C’è chi vorrebbe un secondo “Secret garden”, e chi ci ha suggerito di trasformarlo in una sorta di drive in. Ma sarà una sorpresa. Aprirà nel marzo 2025. L’ideale sarebbe che ci fosse continuità in piazzetta Gasparotto: vorremmo che diventasse un posto riconoscibile».
Poco lontano c’è il park di via Tommaseo: è destinato anche quello a una riqualificazione?
«Con la futura fermata del tram e la sistemazione dell’area Pp1 può avere potenzialità enormi. Se la città ripensa i propri luoghi e li rende accessibili alcune ferite possono essere risanate».
Aps si occuperà anche del nuovo parcheggio all’ex Prandina, a sud del futuro parco. Che idee avete?
«I lavori partiranno in estate. Ci sforzeremo anche qui di non pensare a un parcheggio classico, con asfalto e luci tipo centro commerciale. Vogliamo inserirlo nel contesto del parco, caratterizzarlo per il verde, in particolare sulla sostenibilità ambientale. Non per niente è stato chiamato park boscato».
Infine, ci sono anche 3 mila posti blu lungo le strade della città. Qui come si può innovare?
«Sono tutti sensorizzati, ne conosciamo in tempo reale il tasso di occupazione. Con l’app EasyPadova si può sapere dove sono i parcheggi liberi. Integriamo i nostri dati con Google Maps, così sappiamo in tempo reale il traffico e suggeriamo il percorso più veloce. E per il futuro stiamo pensando a possibili integrazioni con l’intelligenza artificiale».
L’obiettivo è eliminare le congestioni?
«I parcheggi sono un tassello fondamentale della mobilità del futuro: si fa sostenibilità anche se si ha a cuore la sosta. Crediamo che i park scambiatori saranno fondamentali con le future linee di tram. Poi più ci si avvicina al centro e più bisogna essere disposti a spendere. La sosta è anche uno strumento per finanziare la mobilità alternativa».
Dal punto di vista personale, quanto è difficile il suo mestiere?
«Sono fortunato perché ho realizzato quello che ho voluto fosse il mio lavoro e per cui ho studiato. Far muovere le persone in un’area urbana da mezzo milione di abitanti è importante e sfidante. E Padova in questi anni è diventata un esempio in Italia: tante altre città vengono a studiarci».