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Vendite auto, nel Padovano è crisi nera: il 30% in meno rispetto al 2019

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Rispetto al 2019, ultimo anno prima del Covid, quest’anno la vendita di auto ha fatto registrare 8.105 vetture in meno nel Padovano. In cinque anni è sparito il 30% del mercato.

Basta solo questo dato a restituire plasticamente la crisi del settore automobilistico, che non ha certo risparmiato la provincia euganea.

Ed è proprio una magrissima consolazione quell’1,69% di vendite in più che si registrano rispetto al 2023.

Il quadro a tinte fosche emerge dall’analisi realizzata da Adico grazie all’elaborazione dei dati pubblicati nel portale dell’Unrae. E d’altronde è la stessa attualità, con le crisi Stellantis e Volkswagen, a tradurre in una profonda crisi industriale questo andamento del mercato.

Una crisi che dovrà essere affrontata dal governo così come dalla commissione europea, visti i pesanti riflessi sul versante occupazionale. E l’arrembaggio delle auto elettriche cinesi è appena iniziato.

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Periodo drammatico

Le tendenze possono essere analizzate partendo dalle variazioni tra i primi 11 mesi dell’anno in corso e lo stesso periodo del 2023.

Nel 2024 (escluso ovviamente dicembre) sono state vendute ai padovani 19.337 automobili (l’analisi di Unrae considera la provincia di residenza del proprietario) contro le 19.015 del 2023.

La variazione è minima e consta le buone performance dei mesi di febbraio (più 132 immatricolazioni rispetto allo stesso periodo del 2023), aprile (più 193), giugno (più 339), luglio (più 210), ottobre (più 77), e novembre (più 88).

Il mese migliore è stato giugno in concomitanza con l’approvazione degli ecoincentivi. Un provvedimento che avrebbe dovuto rilanciare in modo determinante il settore e che invece ha fornito solo una spinta iniziale che pare essersi già esaurita.

Rivoluzione post Covid

I problemi seri emergono se si confronta il mercato con quello che era prima della pandemia. Un evento epocale che ha cambiato in modo determinante molte nostre abitudini.

Il 2019 tra l’altro era stato un anno non particolarmente florido per il mercato della auto. Ma confrontando le vendite di allora con quelle di oggi ci si rende conto di quanto grave se non drammatico sia questo periodo per i concessionari. Così come per tutto il territorio, visto che l’indotto del settore è fra i più importanti per l’economia veneta.

Fra gennaio e novembre 2019 le immatricolazioni nel Padovano sfiorano quota 27 mila e 500.

A gennaio di quell’anno si sono vendute 1.315 auto in più rispetto allo stesso mese del 2024. A febbraio, 1.072; a marzo, 730, ad aprile, 789; a maggio, 1.057; a giugno, 422, a luglio, 683; ad agosto, 275; a settembre, 647; a ottobre, 667; a novembre, 448.

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Transizione energetica sotto accusa

«Stiamo toccando con mano ciò che avevamo detto (ed oggi risultiamo facili profeti) sugli effetti di una transizione energetica pensata “in alto” ma che sta mostrando tutti i suoi limiti con case costruttrici che chiudono impianti, con licenziamenti all’ordine del giorno e sostituzioni di alti dirigenti, peraltro pagati a caro prezzo.

Sinceramente non so quanto potremmo andare avanti in assenza di correttivi», è l’analisi di Massimo Ghiraldo, presidente dei concessionari auto dell’Ascom Confcommercio.

Lo scorso 28 novembre l’Italia ha proposto una revisione del percorso che condurrà all'interruzione della produzione di motori endotermici nel 2035 trovando una convergenza da parte delle associazioni imprenditoriali di Germania e Francia: «Consumatori e imprese necessitano ormai urgentemente di indicazioni immediate, e soprattutto certe, per orientarsi in questa complessa fase di trasformazione», è l’appello di Ghiraldo, a nome di tutti i concessionari.

Adico: «Gli incentivi non sono serviti»

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«La crisi del settore auto è quotidianamente sotto gli occhi di tutti: Stellantis e Volkswagen sono l’esempio più lampante, ma tutto il mercato soffre e neppure gli incentivi sembrano in grado di guarire il malato. Il confronto con il 2019 nel Padovano è impietoso. Ma non ci stupiamo affatto perché, al di là degli anni della pandemia, il 2020 e il 2021, nei periodi successivi è scoppiata un’inflazione che, secondo una nostra indagine, nel 2023 ha fatto crescere la spesa dei padovani di oltre 1.650 euro rispetto al 2022 e di circa 3.500 euro in confronto al 2021. I concessionari fanno molta fatica già da tempo e le chiusure anche nel Padovano non sono infrequenti».

È il commento del presidente dell’Adico (l’associazione difesa dei consumatori) Carlo Garofolini.

E ovviamente – come in ogni situazione di crisi – le associazioni sono il termometro delle difficoltà dei cittadini, visto il gran numero di storie che intercettano: «Assistiamo quasi settimanalmente persone, anche del Padovano, che contestano modalità scorrette di vendita e problematiche varie alle vetture nuove – racconta il leader di Adico – C’è chi attende da mesi un pezzo di ricambio che sembra non arrivare mai e chi aspetta che gli venga consegnata l’auto nuova e intanto deve muoversi con modalità alternative. C’è chi ha riscontrato che il tachimetro ha i chilometri taroccati e chi ha trovato vizi non comunicati dal concessionario. Addirittura seguiamo una socia la cui macchina nuova non affronta le salite».

Una delle problematiche evidenziate dai consumatori è la strategia di marketing che ha visto i concessionari e soprattutto i grandi marchi automobilistici stringere accordi con società finanziarie per fornire prestiti destinati agli acquisti.

Così come molte case automobilistiche stanno promuovendo formule di noleggio a medio o breve termine con riscatto finale pagando una maxi-rata. Tutte formule che possono essere convenienti per alcuni, ma nascondere insidie per altri.

«Stiamo ricevendo grandi lamentele per l’impossibilità di acquistare una macchina senza finanziamento – conclude Garofolini – Di fatto, i rivenditori lo impongono e nel nostro sito abbiamo registrato un boom di commenti su questo argomento, a dimostrazione di come il problema sia più che sentito. Insomma, forse per invertire la tendenza servirebbe anche uno sforzo da parte degli stessi concessionari».