ru24.pro
World News
Декабрь
2024
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31

Matteotti, Gramsci e Croce: i moniti contro ogni forma di tirannia

0

L’arrivo al potere di una destra sulla quale ha lungamente pesato la conventio ad excludendum che ha dato forma alla democrazia italiana ha restituito nuova attualità al tema del fascismo.

Un tema ripetutamente evocato da chi intende contrastare forze politiche poco sensibili ai valori della democrazia liberale ed estranee a quello che un tempo si sarebbe detto arco costituzionale.

E infatti, è sul rapporto tra la destra al potere e la tradizione che si alimenta di antiche nostalgie e simpatie che si è concentrato il fuoco di fila delle opposizioni.

Un volume recentemente (e meritoriamente) pubblicato dalla casa editrice Società Aperta, I Discorsi contro il fascismo sugli interventi pronunciati in diverse occasioni da Giacomo Matteotti, Antonio Gramsci e Benedetto Croce, curato da Gabriele Giacomini e con una prefazione di Gianfranco Pasquino, offre una utile opportunità per fare, certo provvisoriamente, il punto su questa controversia.

I discorsi di Matteotti e Gramsci, che pagheranno con la vita e con il carcere le loro dichiarazioni, rappresentano la testimonianza di un coraggio civile che non arretra dinanzi alla violenza e alla brutalità estrema e che, seppure da posizioni diverse, sono accomunati dalla difesa della libertà.

Di quella stessa libertà che anche, per Benedetto Croce, nonostante qualche esitazione iniziale, va realizzata, sul piano concreto, associando il consenso alla forza.

Leggendo questi discorsi, che vanno comunque considerati singolarmente, dal momento che vengono pronunciati da un socialista, un comunista e un liberale, si ricava una lezione che rimane più che mai valida, ossia che la vittoria della democrazia politica contro le forze postdemocratiche non è mai definitiva.

E ciò per una ragione particolare e che non andrebbe sottovalutata. La transizione dalla democrazia alla postdemocrazia, la si chiami democrazia “illiberale”, democratura, autoritarismo di maggioranza o in qualche altro modo, non avviene da un momento all’altro.

Si compie attraverso la strategia che Giacomini definisce della “rana bollita”: una rana cade in una pentola d’acqua bollente e salta subito fuori. Un’altra entra in una pentola di acqua fredda e vi si trova a suo agio. Qualcuno però accende il fuoco e la temperatura dell’acqua sale poco per volta. La rana continua a trovare la situazione piacevole e non smette di nuotare, perché non avverte il graduale cambiamento di temperatura come un pericolo. Quando se ne accorge è troppo tardi e finisce per morire bollita.

Qual è la morale di questa storia? Che se un cambiamento è lento e graduale tende a rimanere inavvertito e non suscita una reazione se non quando è troppo tardi.

Così, ed è questa la lezione da apprendere, è avvenuto con il fascismo.

E come i discorsi di queste tre straordinarie figure morali e intellettuali avevano lucidamente annunciato.