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Uomo accoltellato in strada a Pordenone: arrestato l’ex collega di lavoro e vicino di casa

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È stata eseguita nel pomeriggio di sabato 7 dicembre la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per Robert Tudor, 31 anni, di origine rumena, su cui ora pende l’ipotesi di reato di tentato omicidio nei confronti dell’ex collega di lavoro, nonché vicino di casa, F.I.P, 32 anni, ferito nella serata di giovedì con cinque coltellate al culmine di una lite scoppiata fuori dalla porta di casa.

Tudor ha dovuto lasciare l’appartamento del palazzo in via Lemene, a Pordenone, per trasferirsi in un altro luogo idoneo a rispettare la misura richiesta dal pubblico ministero Enrico Pezzi e disposta ieri dal giudice per le indagini preliminari Milena Granata. A eseguirla la squadra mobile di Pordenone.

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Si tratta, va precisato, di un’ipotesi di reato provvisoria, in questa primissima fase dell’indagine. La procura intende disporre una consulenza medico-legale sull’entità e la tipologia delle lesioni subite dal 32enne. L’accertamento tecnico chiarirà se i fendenti fossero o meno in grado di cagionare la morte, in quanto mirate a punti vitali, anche se l’esito non è stato fatale.

Quella sera F.I.P. indossava una maglietta, una felpa pesante e un giubbetto imbottito senza maniche. Dietro l’orecchio sinistro, dalla nuca al collo, il ferito ha uno squarcio di circa venti centimetri, suturato dai punti. Altri tre colpi lo hanno raggiunto all’emicostato sinistro. Una coltellata nella parte posteriore della spalla. Dall’ospedale è stato dimesso con una prognosi di venti giorni. Le ferite erano superficiali.

Qualora i fendenti non fossero invece stati potenzialmente letali l’accusa di tentato omicidio nei confronti dell’indagato decadrebbe e potrebbe configurarsi l’ipotesi di lesioni aggravate, salvo diverso orientamento della procura.

Gli accertamenti dovranno anche ricostruire nella sua interezza la dinamica della colluttazione. Al momento gli inquirenti ipotizzano che si sia trattato di un litigio tra vicini di cui non si conoscono con chiarezza i motivi scatenanti. Restano sotto sequestro gli abiti che il ferito indossava quella sera, sporchi di sangue e con diversi tagli. Utili nel riscontro di quanto accaduto saranno anche le telecamere poste all’esterno della sede della Croce Rossa in via Lemene, poco distante dalla palazzina. Potrebbero aver ripreso l’aggressione, avvenuta, secondo la versione dei fatti fornita dal ferito, proprio in prossimità della struttura, dove il 32enne avrebbe cercato di difendersi dai fendenti alzando davanti a sé un bidone della spazzatura trovato in strada.