Donna malata di diabete muore durante la “terapia degli schiaffi”. Quindici anni di reclusione al santone perché “non l’ha incoraggiata a prendere l’insulina”

Quindici anni di carcere con l’accusa di omicidio colposo per grave negligenza nei confronti di una donna morta durante uno dei suoi workshop nel Wiltshire. È la pena prevista per Hongchi Xiao, guaritore alternativo che promuove la “terapia degli schiaffi”. A rimetterci le penne è stata Danielle Carr-Gomm, 71enne malata di diabete di tipo 1 deceduta dopo aver smesso di prendere l’insulina e aver digiunato durante uno dei ritiri di terapia “paida lajin” del santone.

Secondo l’accusa, come riporta The Guardian, Xiao aveva il dovere di prendersi cura della donna e non avrebbe adottato misure ragionevoli per incoraggiarla ad assumere insulina, né avrebbe chiamato l’assistenza medica quando invece sarebbe stato necessario farlo. I fatti risalgono al 2016. Durante il workshop in una casa di campagna Danielle si è sentita male ma il “maestro” – come lo chiamano i suoi seguaci – avrebbe attribuito l’episodio a una “crisi di guarigione”.

Qualcosa di simile era già avvenuto l’anno prima, quando un bambino di sei anni anche lui affetto da diabete di tipo 1 era morto durante un ritiro del santone in Australia, dopo che Xiao aveva detto alla madre di smettere di somministrargli insulina. Anche in quel caso per lui è scattata la condanna per omicidio colposo per negligenza grave.

Xiao, nato in Cina, ha spiegato di aver abbandonato una redditizia carriera nella finanza per concentrarsi sul paida lajin e di non averlo fatto per soldi. La tecnica prevede l’uso delle mani (ma anche di piastre) per schiaffeggiare ripetutamente parti del corpo. Il fine sarebbe quello di combattere le più diverse malattie riducendo per i pazienti la necessità di assumere medicine “occidentali” con effetti collaterali “velenosi”.

Descrivendo i metodi di Xiao come una “completa frode”, la famiglia di Danielle Carr-Gomm ha dichiarato: “Sebbene non possiamo riportare in vita nostra madre, speriamo che questo caso evidenzi almeno i pericoli del perseguire terapie alternative non regolamentate senza una ricerca adeguata”. Della serie: non rifatelo a casa.

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