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Museo della Navigazione fluviale, la sindaca di Battaglia mette alla porta Ulliana

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Maurizio Ulliana, dal 2017 gestore del Museo della Navigazione Fluviale di Battaglia Terme, nato 25 anni fa come Museo dei Barcari (MuBa) su iniziativa dello storico barcaro Riccardo Cappellozza, è stato messo alla porta.

Il fondatore e presidente dell’Associazione Traditional Venetian Boats (Tvb), il 2 gennaio prossimo dovrà consegnare le chiavi in municipio della struttura di via Ortazzo, di proprietà del Comune, che ospita oltre 3 mila reperti della navigazione fluviale.

Lo ha deciso la Giunta della sindaca Stefania Malparte che ha già individuato il nuovo gestore.

«L’affidamento al nuovo soggetto (si parla dell’associazione Batipai, ndr) è in itinere» afferma Malparte, «è un atto che compete all’Ufficio tecnico, posso assicurare che il Museo non subirà nessuna interruzione».

Il 31 dicembre scade la convenzione con l’associazione Tvb, più volte rinnovata, e secondo la sindaca Malparte il codice dei contratti impone una rotazione.

«Sono un burocrate e me ne vanto, sono per il rispetto delle leggi, continuare con le proroghe» chiarisce, «non è più possibile».

Le critiche

«Il pretesto è la scadenza della convenzione per il servizio di apertura e chiusura del MuBa e della biglietteria, ma non viene considerato che il tipo di rapporto è governato da aspetti di importante valenza culturale e non solamente economici» la posizione di Ulliana.

«Se si analizzano bene le norme, in particolare l’art. 174 della legge 36/23, emerge che quando il valore culturale è preponderante, come in questo caso, sono previste delle deroghe o addirittura un partenariato di lungo periodo. Il Museo, quindi, su un piano strettamente amministrativo, è stato considerato, dalle amministrazioni comunali che si sono succedute, alla stregua di un qualsiasi luogo di pubblica amministrazione dotato di portineria e biglietteria e nulla più. Questo approccio meramente burocratico rischia di far venire meno l’opera meritoria di Riccardo Cappellozza».

Ulliana, che annuncia ricorsi al Tar e in sede penale (strada che intenderebbero percorrere anche alcune associazioni) si è sempre dichiarato contrario a questo modo di procedere per la gestione del Museo, tramite il fittizio appalto di servizio, perché a suo dire depotenzia nel tempo la spinta ideale dei barcari e in particolare di Cappellozza, l’uomo che ha saputo trasformare l’antico mestiere del trasporto su barche in cultura, fondando il Museo.

I rischi

I figli di Riccardo Cappellozza, Luciano e Roberta, nei giorni scorsi hanno inviato una lettera alla sindaca e alla Giunta: «È opportuno, in attesa che si creino condizioni stabili per la gestione museale, di riprendere il possesso dei reperti avuti in eredità da nostro padre, per evitare cambiamenti di indirizzo gestionali a ogni tornata elettorale o l’inserimento di soggetti non coerenti con l’impegno di papà».

La missiva continua: «Questo materiale non può essere lasciato nelle mani di chiunque. È stato consegnato al museo con l’aspettativa che fosse gestito con l’attenzione e il rispetto con cui nostro padre lo ha custodito e valorizzato. È una questione di fiducia che non può essere messa “a bando” e nemmeno a “rotazione”. La figura di Maurizio Ulliana, che gestisce il Museo da quando nostro padre non è più stato in grado di farlo autonomamente, è stata da lui benvoluta proprio per competenza, umanità e dedizione. Maurizio non è solo un gestore, ma l’erede e il custode del progetto, che nostro padre ha realizzato con amore e impegno per il bene comune del paese e dei barcari di tutto il mondo».