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Lite in strada a Pordenone, la compagna dell’accoltellato: «Giugulare mancata per un soffio»

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«Cinque centimetri più giù e gli avrebbe tagliato la giugulare».Tre ferite al torace, una alla spalla, l’altra tra la nuca e il collo. È tornato a casa F.P.I., l’uomo di 32 anni, di origine rumena, finito in ospedale dopo un acceso diverbio avvenuto l’altra sera fuori dalla porta di casa, in via Lemene, con il vicino, T.R., 31enne, anche lui cittadino rumeno. Nel pomeriggio di venerdì 6 novembre il 32enne è stato dimesso con una prognosi di 20 giorni. A raccontare cosa è successo l’altra sera sono stati lui e la compagna, che ha riferito di essere intervenuta per tentare di sedare la baruffa scoppiata tra i due uomini.

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Dal racconto della coppia tutto sembra essere nato per vecchi dissapori tra ex colleghi di lavoro, operanti nel settore delle saldature. E sembra che quanto avvenuto l’altra sera non fosse la prima volta, sabato scorso era già intervenuta la polizia per un altro litigio fra i due. Giovedì 5 sera «eravamo seduti sulle sedie in strada, fuori dall’appartamento, quando è arrivato il vicino con la sua compagna» racconta la fidanzata dell’uomo ferito. Lì ne sarebbe nata un’aggressione, che nonostante il suo tentativo di fermarli, si è spostata un centinaio di metri più avanti nella zona antistante la sede della Croce Rossa, dove il 32enne sarebbe stato accoltellato, secondo la sua versione.

«Ho provato a difendermi usando come scudo un bidone dell’immondizia trovato in strada» ha aggiunto il ferito. Ad assistere alla colluttazione da lontano anche la sua compagna, che però non ha visto il coltello. Ha riferito di aver invitato la fidanzata del vicino «a vedere cosa aveva fatto il suo uomo al mio, ma lei ha risposto che si era tagliato da solo». La compagna del ferito è stata ascoltata fino alle cinque di mattina in Questura. «Ero così scossa quella sera, che stavano per chiamare l’ambulanza anche per me. Ho fiducia nell’operato della polizia e che sia fatta giustizia».

Sulla dinamica gli inquirenti non si sbilanciano, dal momento che i protagonisti hanno fornito versioni contrastanti sull’accaduto. Da una parte il 32enne, che ha chiamato i soccorsi, ha riferito di essere stato accoltellato, dall’altra il connazionale ha negato di aver causato le lesioni. La verità potrà emergere dalle telecamere della Croce Rossa, che sono state acquisite dalla squadra mobile, e dalle testimonianze raccolte. Intanto anche nella mattinata del 6 novembre sono proseguite le ricerche dell’arma, non ancora rinvenuta. Passati al setaccio i giardini delle abitazioni confinanti e la linea ferroviaria lì vicino, ma al momento nessuna traccia, se non le piccole gocce di sangue lasciate dal ferito in strada. Nessun fermo o arresto. Quando il 32enne è rincasato dall’ospedale, l’altra coppia si era già allontanata dal palazzo. «Sono andati via, in zona hanno un’altra abitazione» ha continuato la donna.

Intanto gli agenti della polizia hanno sequestrato i vestiti che il ferito indossava quella sera, sporchi di sangue e con tagli in diversi punti.