Top 500, la classifica 2024 delle migliori imprese della provincia di Padova
Nel 2023 l’economia padovana, rappresentata dalle imprese della Top 500, ha continuato il suo percorso di ripresa post-pandemica. L'analisi dei bilanci evidenzia un territorio che consolida il proprio volume di fatturato, migliorando al contempo i margini operativi e la solidità patrimoniale e finanziaria.
I numeri della crescita
In termini di crescita, i ricavi complessivi hanno raggiunto quota 48,5 miliardi di euro, in aumento dell'1% rispetto all'aggregato omogeneo del 2022. Come rilevato da Confapi, un buon contributo è stato dato dall’ottima performance in termini di export (+4,15%), dato positivo e in controtendenza rispetto al resto del Nord-Est.
Sebbene moderata, la crescita dei ricavi risulta diffusa: il 62,6% delle aziende in classifica ha registrato un incremento del fatturato. Questo andamento positivo si inserisce in un trend di crescita avviato dal 2020, con un tasso medio annuo (CAGR) del 24,1%.
Anche guardando al periodo pre-pandemico, il ricavo medio per le aziende in classifica (97 milioni di euro nel 2023) è aumentato sensibilmente rispetto al livello del 2019 (60 milioni di euro), mostrando un incremento del 61%. Inoltre, il 14% delle imprese ha aumentato i ricavi di almeno il 30% rispetto al bilancio 2022, guadagnando numerose posizioni in classifica.
Il focus sulla redditività
Volgendo l’analisi alla redditività, l'incremento dei ricavi delle Top 500 è stato accompagnato da un aumento dell'EBITDA complessivo, che nel 2023 ha segnato un +7,4% rispetto al 2022, indicando che la crescita dei volumi ha generato maggior valore aggiunto.
La redditività è migliorata in modo simile alla crescita del fatturato, con il 62,2% delle aziende che ha visto un incremento della marginalità e il 76% di quelle con ricavi in crescita che ha migliorato anche la redditività operativa.
Complessivamente, l’EBITDA delle Top 500 è pari a 5,4 miliardi di euro, con un margine medio sui ricavi dell’11,5%, in aumento rispetto al 10,8% dell'anno precedente, segnale di una maggiore efficienza e valore lungo la catena produttiva.
Guardando all'ultima riga del conto economico, risulta stabile la quota di imprese con un utile positivo, intorno al 90% negli ultimi tre anni, ma con un utile medio che è salito da 4,9 milioni di euro nel 2022 a 6,7 milioni nel 2023 (+35%), per un totale di 3,35 miliardi di euro di profitti generati dalle aziende in classifica.
Gli altri indicatori di redditività risultano più che positivi: il RoA (risultato operativo su attivo) è aumentato dall'8,5% al 9,4%, mostrando una migliorata capacità di generare reddito dai propri investimenti aziendali; il RoS (risultato operativo su ricavi) è salito al 7,9% (dal 7,2% nel 2022), indicando un aumento di margine generato da ogni euro venduto; infine il RoE (utile netto su patrimonio netto) è cresciuto al 16,9% (dal 13,6%), mostrando un ottimo rendimento del capitale per i soci.
Il focus patrimoniale
Anche dal punto di vista patrimoniale, i segnali sono positivi. Il patrimonio netto aggregato è di 22,7 miliardi di euro, in crescita del 9,5% rispetto al 2022, favorito dal reinvestimento degli utili.
Al contempo, il rapporto di indebitamento (Mezzi di Terzi su Totale Attivo) è sceso del 6,2%, stabilizzandosi al 57%. L’indice di liquidità aziendale (Disponibilità Liquide su Totale Attivo) risulta stabile intorno all’11,5%.
Tuttavia, l’incidenza degli oneri finanziari, ovvero l’onerosità del capitale di debito, è considerevolmente aumentata, arrivando alla soglia dell’1% del valore dei ricavi (+64% rispetto al 2022), mentre si attesta al 19,9% del valore dell’EBITDA (percentuale raddoppiata rispetto al 2022). L’aumento del costo del debito, causato dal repentino incremento dei tassi d'interesse, evidenzia un fattore di criticità che andrà a incidere sui bilanci degli anni a venire.
Avanti oltre la pandemia
L'analisi dei bilanci 2023 delle Top 500 di Padova indica che le aziende hanno pienamente recuperato, e in buona parte superato, i volumi e i livelli di performance pre-pandemici. Sono dunque ben posizionate per affrontare le sfide future di medio e lungo termine, tra cui instabilità climatica, rischi politici e pressioni inflazionistiche.
Questi fattori incideranno su molteplici aspetti, come la domanda di prodotti, il costo del debito e il rischio di svalutazione dei propri asset. A tal riguardo, l’ultima edizione del Sondaggio congiunturale della Banca d’Italia conferma la prosecuzione del calo dell’attività industriale in Veneto nei primi nove mesi del 2024, anche a causa dell’incertezza del quadro economico e geopolitico internazionale e delle difficoltà della Germania, primo mercato di sbocco per le esportazioni regionali.
La sfida per le aziende padovane nei prossimi anni sarà dunque mantenere la strada di crescita dei volumi di fatturato e proteggere la propria redditività in un contesto in continua evoluzione.
La classifica delle 500 imprese più performanti
Le istruzioni. Il documento che trovate qui sotto riassume la top 500 della provincia di Padova. Se cliccate o passate con il mouse nell’angolo in alto a destra, comparirà l’icona con la freccia nel quadrato: consente di passare alla modalità a tutto schermo per visualizzare meglio le grafiche.
Il documento consta di 12 pagine: a piede trovate la lente di ingrandimento che vi consente di ingrandire o diminuire il carattere. Il dossier è consultabile ma non riutilizzabile (ad esempio con screenshot sui social media), essendo coperto da stringente copyright.
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