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Liceo Virgilio, la preside scende in piazza contro l’occupazione. E i genitori coccolano gli “eroici” figli

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Una protesta silenziosa ma che fa rumore. Al Virgilio, storico liceo della Capitale, dove come ogni anno gli studenti non hanno resistito al rito dell’occupazione, la situazione è incandescente e ‘originale’. La dirigente scolastica, Isabella Palagi, è decisa a non subire. Anzi di  ‘scendere in piazza’ insieme a chi è contrario all’occupazione, perché – dice – è un “atto escludente che non garantisce il dialogo”. Per la prima volta i ruoli si invertono con la presiede e i professori in piazza a manifestare. Ma andiamo per ordine: la vicenda ha inizio venerdì scorso quando il collettivo studentesco decide l’occupazione dei locali Virgilio e la dirigente denuncia l’intrusione alle autorità. Fin qui le modalità ricalcano la prassi ormai consolidata. Ma la storia cambia direzione quando domenica la preside, comunica sul registro elettronico di aver indetto una manifestazione per ieri mattina davanti al palazzo della Prefettura, in piazza Santi Apostoli. Un invito, in accordo con il collegio dei docenti, rivolto a tutti i contrari all’occupazione della scuola. In serata, c’era da aspettarselo, è arrivata la risposta di alcuni genitori e degli studenti che non hanno gradito la mobilitazione della presidenza. Un’assemblea rumorosa dentro l’istituto occupato con alcune famiglie accorse in aiuto degli eroici figli. 

Virgilio, la preside manifesta contro l’occupazione

Così la giornata si apre con il sit-in promosso dal Collegio dei docenti del Virgilio. La dirigente scolastica aveva chiesto che si svolgesse in piazza della Moretta, a pochi metri dalla scuola, ma la protesta è stata autorizzata dalla Questura in piazza Santi Apostoli. “Siamo qui per dire che la scuola è di tutti, e non solo di alcuni”, dice la preside chiedendo semplicemente che il liceo venga liberato e in modo pacifico. Insieme alla preside un gruppo di studentesse. “Gli occupanti parlano di apertura e di dialogo, ma davanti a noi abbiamo trovato un portone chiuso”, dicono le ragazze, favorevoli alle motivazioni ma non alle modalità. “Ormai l’occupazione c’è tutti gli anni, mi chiedo che valore politico abbia”, dicono. La preside ha raccolto molti docenti, la linea è chiara. “Non contestiamo il merito di quello che dicono”, dice Niccolò Argentieri, docente di matematica e fisica. Quello che non va è l’occupazione che spacca la comunità scolastica. I numeri non sono da corteo ma il gesto è simbolico. “Non abbiamo promosso questa mobilitazione perché pensavamo di essere in mille. Ma perché essere qui oggi è un segno”, spiega la preside, che di occupazioni ne ha viste e subìte tante in questi sei anni al Virgilio. “L’anno scorso l’occupazione è durata 15 giorni e ci sono stati migliaia di euro di danni, in una scuola che ha già a disposizione poche risorse”.

Il contrattacco degli studenti occupanti coccolati dai genitori

Nel frattempo parte il contrattacco degli occupanti e dei genitori contrari all’iniziativa del dirigente scolastico. Si organizzano e in 300 firmano un documento per boicottare l’invito alla manifestazione silenziosa della dirigente scolastica. Nel pomeriggio decidono di riunirsi in un’assemblea, proprio all’interno della scuola occupata. Scatta la difesa di mamma e papà che accorrono in soccorso dei figli, gli portano la spesa e abiti caldi, neanche stessero in trincea. “Se non ci fosse stato l’appello della preside, non saremmo qui – dicono due mamme che vogliono restare anonime – ma questa manifestazione silenziosa secondo noi è scorretta. Nessuno ha mai fatto qualcosa di simile. Di scuola si deve parlare dentro la scuola”. Poi inizia l’assemblea mentre la preside comunica che si era già attivata per una settimana di attività alternativa, ma che il programma non era ancora chiuso. Un papà invita i  giovani a “non alzare le barricate, e invitare dentro la scuola la dirigente”. L’iniziativa della preside ha ricevuto il plauso del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che ha chiamato la dirigente. “Stanno dando un segnale importante, qualcosa nella scuola sta cambiando. Ricordiamoci che le occupazioni sono atti illegali».

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