Si estende lo scavo davanti a San Giusto alla ricerca di segni dell’età pre-romana a Trieste
Colpo di coda della Soprintendenza a San Giusto. Grazie ai fondi messi a disposizione dal ministero della Cultura (circa 280 mila euro), le indagini archeologiche di fronte alla Cattedrale saranno estese alla ricerca di ulteriori tracce degli insediamenti pre-romani sul Colle. L’area interessata è l’attuale parcheggio che si sviluppa attorno al Melone alabardato, dove si è appena concluso un doppio scavo per conto del Comune.
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Lavori in sospeso
In effetti il quadro dei lavori in quel tratto di San Giusto era rimasto in sospeso, visto che il termine delle operazioni era stato inizialmente fissato a dicembre del 2023. Facciamo allora chiarezza: finora ci sono stati due siti diversi di scavo, rispettivamente a sinistra e a destra del Melone, entrambi finanziati dal Comune e preliminari alla riqualificazione che dovrebbe partire nel 2025. Erano stati ordinati proprio per assicurarsi che il futuro cantiere – il quale include anche l’aggiornamento della pavimentazione – non andasse a inficiare eventuali reperti sopiti sotto l’asfalto.
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Questi due interventi sono stati da poco ultimati, benché in ritardo rispetto alle scadenze prefissate. Nel frattempo, però, si è aperta la possibilità di estendere le indagini grazie ai sopracitati fondi ministeriali. E perciò si è colta al volo l’occasione, non fosse altro che per un motivo: quando la riqualificazione del Colle sarà conclusa e quella zona sarà dotata di nuova pavimentazione, scavare diventerà impossibile per alcuni decenni (così da non rovinare il lavoro appena fatto).
Il nuovo scavo
Ecco la genesi del “colpo di coda”. Bisognerà comunque andare di fretta, perché i successivi lavori di ripristino di San Giusto sono attesi da tempo e il programma ha già subìto rallentamenti. Il nuovo scavo – che, indicativamente, dovrebbe andare a unire i due siti di indagine precedenti – durerà non più di qualche settimana, con partenza prevista «a breve», realisticamente all’inizio del 2025. Dopo questo primo lotto all’altezza del parcheggio, ne seguirà un secondo finanziato sempre con gli stessi 280 mila euro, in un sito ancora da determinare ma che non interferirà con il progetto del Municipio.
L’indagine archeologica in procinto di iniziare ha una finalità precisa che, come detto, riguarda gli insediamenti pre-romani sul Colle. L’interesse nei confronti di questa fase storica è nato in seguito alle scoperte fatte casualmente nel 2021 durante i lavori di Acegas (si veda l’articolo sotto) nei pressi del ricreatorio Toti. Ora si vogliono appunto estrapolare delle informazioni anche da quest’altro lato del piazzale, raggiungendo la stratigrafia corrispondente.
I resti accanto al Melone
Più sfaccettati sono invece i resti trovati a profondità minore nei siti accanto al Melone. Nel primo dei due punti di scavo, quello più vicino all’ingresso della Cattedrale, sono emerse tracce di epoca basso medievale (tra il XIII e il XIV secolo) che comprendono una serie di edifici poi demoliti. Nel secondo dei due punti di scavo è stata invece intercettata una necropoli di epoca tardo-antica, con i frammenti di scheletri che lasciano pochi dubbi sull’interpretazione. A sua volta la necropoli è circondata dai resti di alcuni edifici risalenti all’età romana, di cui non si hanno testimonianze dirette ma soltanto le “impronte” lasciate dalle fosse di fondazione.
A questo proposito, Pietro Riavez di Archeotest – la ditta incaricata dal Comune per i lavori – ha una teoria interessante. Le pietre mancanti di questi edifici romani potrebbero essere state asportate per la costruzione della Basilica di San Giusto nel XIV secolo, data dall’unificazione delle due chiese preesistenti. —
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