Folle corsa contromano, poi lo schianto: nell’auto refurtiva per 14 mila euro
Il folle inseguimento sulle strade della Marca di lunedì 25 novembre, terminato con un incidente frontale sulla rotatoria di Olmi e l’arresto di tre ladri di origini albanesi, sarebbe scaturito perché i malviventi erano stati sorpresi in flagrante dal figlio della vittima dell’ultimo dei tre colpi messi a segno quel pomeriggio a Salgareda.
È stato per far perdere le loro tracce che i quattro si sono riversati sulle strade correndo all'impazzata, cosa che ha attirato l’attenzione della radiomobile dei carabinieri, che li ha presto intercettati. Quello di Salgareda è stato il terzo furto in ordine temporale messo a segno dalla banda nello stesso pomeriggio.
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Prima la banda aveva colpito la casa di una coppia di anziani di 91 e 87 anni di Ceggia, dove aveva portato via diversi gioielli in oro e contanti per un valore approssimativo di 10 mila euro, e poi era entrata a casa di una donna, sempre a Ceggia, sottraendo circa 4 mila euro in oggetti preziosi.
La convalida
Giovedì mattina, 28 novembre, al tribunale di Treviso verranno convalidati gli arresti dei tre ladri di origini albanesi - difesi dall’avvocato Fabio Crea - fermati subito dopo l’inseguimento con i carabinieri terminata con uno schianto frontale sulla rotatoria di Olmi, presa in senso contrario.
Uno dei tre sarebbe ancora in ospedale, dove è stato ricoverato per le ferite riportate nello scontro, mentre il quarto, fuggito nei campi subito dopo l’incidente, sarebbe ancora ricercato.
Nel frattempo il pubblico ministero Davide Romanelli ha convalidato la perquisizione sulla Mercedes sulla quale viaggiavano i malviventi e il relativo sequestro dei beni trovati all’interno. E non si tratta solo di contanti e degli oggetti preziosi, ma anche di armi, come coltelli e bastoni, e attrezzi da scasso.
La perquisizione
I militari della compagnia dei carabinieri di Treviso che si sono occupati della perquisizione dell’auto non sono rimasti sorpresi del materiale “da lavoro” che hanno rinvenuto all’interno, a cominciare da un’accetta, con un manico lungo 110 centimetri, e terminando con la targa effettiva della Mercedes, sostituita con una rubata da una Hyundai parcheggiata a Cessalto.
Nell’abitacolo dell’auto, sequestrata dopo essere finita nel fosso, sono stati trovati diversi cacciaviti, delle chiavi inglesi, del filo di ferro, coltelli, un flessibile e i relativi dischi, delle cesoie, dei seghetti e delle ricetrasmittenti.
E poi tutta la refurtiva: un Rolex e altri orologi, dei braccialetti, delle collane, occhiali da sole di noti brand, telefoni e poi portafogli e borselli con dentro contanti, il tutto quantificabile con una cifra di oltre 14 mila euro.
Il complice
Il pm Romanelli ha poi disposto che tutti i preziosi vengano restituite ai legittimi proprietari e che le somme di denaro siano depositate nel Fondo unico di giustizia.
Per quanto riguarda la targa, anche quella potrà essere restituita al proprietario dell’auto di Cessalto. I tre intanto restano in carcere in attesa dell’inizio del procedimento penale a loro carico. Per quanto riguarda il complice, gli uomini dell’Arma stanno setacciando il territorio compresi gli ospedali.