La tecnologia al servizio di disabili e contro il revenge porn, i progetti di Google e Motorola
La tecnologia al fianco dei giovani e di chi ha bisogno d’aiuto, non solo con smartphone e tutto il lungo elenco di dispositivi che oggi caratterizzano le giornate dei ragazzi. Andare oltre il prodotto per fornire strumenti utili a combattere reati e sensibilizzare adolescenti e adulti su ciò che comporta la disabilità è l’obiettivo di due progetti realizzati da Motorola e Google. Che è doveroso raccontare perché solo l’unione e la conoscenza consente di avere le competenze per, da una parte, un utilizzo corretto ed etico delle tecnologie, e dall’altra parte, per migliorare la vita di chi è affetto da invalidità.
'Non mi violare’, una guida pratica per la consapevolezza dei ragazzi
Cos’è il Revenge Porn, come difendersi e come evitarlo? Sembra un interrogativo banale, considerando che il 92% dei giovani di età compresa tra 18 e 27 anni, intervistati da Nielsen, conosce la materia e il 25% conosce chi ne è rimasto vittima. Seppur più del 65% dei ragazzi è consapevole che il revenge porn provochi conseguenze psicologiche e fisiche pesanti per chi lo subisce (come depressione, senso di colpa e suicidio), è allarmante scoprire che meno della metà del campione denuncerebbe il reato se conoscesse la vittima, percentuale che scende al 25% qualora a esser colpito sia uno sconosciuto. Sullo sfondo di questi dati ce ne sono altri che chiamano a una riflessione collettiva, perché se il 50% degli intervistati ha dichiarato di aver inviato foto intime in maniera consensuale e che lo rifarebbe poiché non consapevole dei rischi, e se appena la metà dei ragazzi riconosce come reato il deepfake (cioè l’inserimento di un volto di una persona non contenuti pornografici senza il suo consenso), è evidente che ci sia bisogno di sensibilizzare i ragazzi su temi quotidiani che non tutti i genitori e gli insegnanti hanno la capacità di raccontare a figli e studenti. Ecco perché l’iniziativa “Non mi violare” realizzata da Motorola insieme a Telefono Rosa e Polizia di Stato assume importanza, a fronte della volontà di avere maggiori informazioni e consapevolezza sul fenomeno da parte dei ragazzi della Generazione Z, cioè i nati a cavallo del Duemila e nel primo decennio del nuovo millennio.
Non Mi Violare è un progetto sull’uso responsabile dello smartphone, considerato lo strumento più utilizzato per creare e diffondere revenge porn dal 90% degli intervistati. Ai giovani uomini e donne è dedicata la guida pratica creata per l'occasione, con una serie di informazioni dettagliate per affrontare la divulgazione senza autorizzazione di immagini o video intimi, ma anche stalking, sexting, molestie e diffamazione. Una lista di consigli e comportamenti che nelle prossime settimane Motorola e Telefono Rosa racconteranno agli studenti di diverse scuole italiane, dove, è bene ricordarlo, il revenge porn rappresenta un reato dal 2019, dopo la morte di Tiziana Cantone. L’intento è trasmettere ai ragazzi l’importanza di saper utilizzare lo smartphone, perché i pericoli sono dietro l’angolo e solo la consapevolezza e la conoscenza permettono di evitare di cadere in trappole potenzialmente fatali. “Con uno smartphone, basta soltanto un minuto per danneggiare la vita di una persona e per Motorola è importante fornire un contributo reale e tangibile, disponibile per tutti”, ha detto Carlo Barlocco, Executive Director & General Manager Italy di Motorola Italia. Sulla stessa lunghezza d’onda è Giorgia Bulgarella, Head of Marketing del brand, che sottolinea come “promuovere un utilizzo responsabile dello smartphone è fondamentale per la tutela delle giovani donne”.
Motorola ‘Non mi violare'
Google per la disabilità - Accessibility Discovery Center
Tecnologia per tutti, le soluzioni di Google per i disabili
Accessibilità per tutti gli strumenti, con un’attenzione verso la disabilità è il piano dietro l’Accessibility Discovery Center (ADC), che la compagnia di Mountain View ha inaugurato a Milano. Una volontà che segue quanto fatto già a Londra, Zurigo, Dublino e Monaco, per rendere l’informazione e la tecnologia accessibile a chi è costretto a fare i conti con diverse tipologia di invalidità. Uno spazio per l’apprendimento e la collaborazione, ma anche e soprattutto per creare consapevolezza su questi tempi e al contempo migliorare la vita di chi soffre per disabilità e neurodivergenze. Nel concreto, l’ADC permette di scoprire prodotti, soluzioni innovative tra hardware, software e videogiochi adattati alle esigenze delle persone con disabilità. Ma è pure un luogo in cui saranno organizzati workshop, tour guidati e corsi di formazione per dimostrazioni di tecnologie assistive con cui abbattere le barriere che i disabili devono superare quotidianamente.
Al momento le attività disponibili nel centro meneghino riguardano disabilità cognitiva, visiva e uditiva, con funzionalità specifiche di Google che sono utili per agevolare le necessità dei disabili. Un esempio è il Live Transcribe per i non udenti, che con la trascrizione del testo consente loro di restare collegati e consapevoli con il mondo esterno, oppure Guided Frame per la disabilità visiva, che fornisce in tempo reale la descrizione dell’inquadratura durante uno scatto, tramite un incontro di suoni, voce e colori. E ancora c’è la tavoletta Braille per permettere ai non vedenti di capire cosa c’è sulle pagine web aperte davanti a loro, oltre a controller speciali per videogiocare. “La tecnologia ha il grandissimo potenziale di rendere il mondo più accessibile a tutti, perciò in Google ci impegniamo, con partner di valore, per abbattere le barriere che ogni giorno le persone con disabilità e neurodivergenze si trovano davanti, al fine di aiutarle a raggiungere i propri obiettivi”, ha detto Melissa Ferretti Peretti, Country Manager e vicepresidente di Google Italia.
Un progetto che guarda al passato per mettere a disposizione dei disabili le tante tecnologie e gli strumenti sviluppati da Big G, ma soprattutto al futuro, come dimostra Pathway Companion, un progetto in collaborazione con Fondazione Don Carlo Gnocchi, ITLogiX e Università degli Studi di Roma Tre, per il quale Fondazione Mondo Digitale ETS sta creando una piattaforma di apprendimento per supportare educatori, docenti e caregiver. L’obiettivo è facilitare il percorso di crescita di bambini e ragazzi con bisogni educativi speciali, assicurando maggiore sicurezza anche nel mondo online.